Pubblicato il 16 ottobre 2012 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Giocatori e appassionati sembrano riservare particolare riguardo ai tiebreak, come se fossero un momento della partita nel quale sono richieste delle abilità speciali, diverse da quelle utili in altre situazioni. Il tema è spesso oggetto di articoli sul sito dell’ATP. I giocatori si trovano d’accordo sul fatto che un buon servizio e una buona risposta possano fare la differenza. Serve evidentemente un’analisi più approfondita.
Alta pressione
Questa è la mia idea. I tiebreak sono situazioni ad alta pressione, e la pressione può causare problemi su qualsiasi aspetto del gioco. Ma, in generale, dovrebbe avere maggiori conseguenze su alcune parti rispetto ad altre. Si potrebbe pensare al servizio, ad esempio: da un lato, servire è un tipo di gesto fisico e mentale abbastanza automatizzato; dall’altro, nel tiebreak c’è più tempo per pensare prima di ogni servizio, e pensare sotto pressione può diventare pericoloso. Per districarsi, vale la pena introdurre qualche dato.
Negli ultimi 8 Slam maschili sono stati giocati 388 tiebreak. Per ciascuno, ho confrontato la percentuale di punti al servizio vinti da ogni giocatore durante i primi 12 game del set con la percentuale di punti al servizio vinti durante il tiebreak. Se i giocatori fossero delle macchine, potrebbe esserci una differenza tra il set e il tiebreak in una qualsiasi delle partite considerate, ma, in generale, i numeri dovrebbero rimanere identici.
Non sono automi
Tuttavia, i giocatori non sono macchine. E, infatti, nei tiebreak i giocatori vincono più punti alla risposta delle attese. Per quanto non enorme, la differenza si nota: circa un punto in risposta in più delle attese ogni 3 partite.
Quindi, i tiebreak sono diversi dai set che li precedono o perché alcuni giocatori non sono più in grado di mantenere le stesse percentuali al servizio, oppure perché altri giocatori riescono a migliorare sensibilmente il loro gioco in risposta.
Analizzando i singoli Slam otteniamo una prima spiegazione. La differenza tra la percentuale di punti vinti al servizio nei set e nei tiebreak è più o meno la stessa per gli Australian Open, gli US Open e Wimbledon, ma è inferiore di più della metà al Roland Garros.
Questione di superficie
Sembra dunque che le superfici più veloci diano al giocatore in risposta un vantaggio durante il tiebreak. È più probabile però che, sulle superfici più veloci, i giocatori al servizio riescano meno facilmente a tenere il vantaggio derivante dalla battuta. Sulla terra, questo vantaggio non è così rilevante.
Nella mia ipotesi iniziale ho fatto riferimento al ruolo esercitato dalla pressione, e i numeri suggeriscono che i giocatori la subiscono maggiormente quando sono al servizio rispetto al turno in risposta. È anche possibile che i giocatori al servizio facciano più fatica a entrare nel ritmo della battuta quando devono servire solo due battute alla volta. Un’ulteriore possibilità è che i giocatori in risposta riescano a concedere meno ace nel tiebreak: in questo modo, a parità di livello di servizio e di potenzialità alla risposta, più punti vengono ottenuti contro il servizio.
Che dipenda da servizi più timidi o da risposte più aggressive, ci sono sicuramente meno ace nei tiebreak. Nei 388 tiebreak analizzati, ci sono stati 83 ace in meno di quelli attesi se i giocatori al servizio avessero mantenuto le stesse percentuali dei primi 12 game. Vista la relativa rarità di ace, è una diminuzione più sorprendente di quella genericamente riconducibile alle percentuali di punti vinti al servizio.
In risposta un vantaggio, seppur minimo
Naturalmente, quest’analisi non mette fine al dibattito. Ma per i giocatori che aspirano a essere maestri del tiebreak, sicuramente fornisce qualche indicazione più utile di “diventa più bravo a giocare”. Anziché rimanere della convinzione che nei tiebreak si decida tutto con il servizio, è più importante accorgersi che i giocatori alla risposta hanno un vantaggio, seppur minimo. I giocatori al servizio possono migliorare semplicemente tenendo alla larga la pressione (facile a dirsi, no?) e servire con le stesse percentuali mostrate durante il set. I giocatori alla risposta possono cercare di essere più aggressivi sapendo che, in generale, chi è efficace al servizio non lo sarà allo stesso modo.
In fondo, un buon servizio può essere la chiave che fa vincere i tiebreak, ma solo se è efficace come in tutti gli altri turni di battuta. ◼︎