Pubblicato il 13 dicembre 2019 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Eseguito nei modi e nei tempi giusti, il rovescio lungolinea è uno dei colpi più devastanti nel tennis. Che valore possiede e quali sono i giocatori che ne ottengono il massimo rendimento? Sono domande sorprendentemente complicate, per cui non possiedo ancora risposte affidabili. Determinare però la frequenza con cui un giocatore ricorre al rovescio lungolinea e ottiene il punto con quel colpo è già di per sé affascinante.
Il Match Charting Project offre molti dati per analizzare simili tattiche, poiché raccoglie informazioni sulla tipologia e sulla direzione di ciascun colpo. In uno scambio tra destrimani, un rovescio lungolinea è di semplice identificazione: un rovescio dal lato del rovescio verso il lato del dritto dell’avversario. Solo per il decennio in corso, il Match Charting Project ha individuato quasi 100.000 rovesci lungolinea, distribuiti più o meno equamente tra partite maschili e femminili.
Riusciamo però anche farci un’idea più generale identificando le opportunità di colpire un rovescio lungolinea, cioè quelle in cui un giocatore potrebbe scegliere di cercare un’altra direzione o usare un colpo totalmente differente. Un giocatore che colpisce spesso con il taglio o gira intorno al rovescio per colpire di dritto, può magari dedicare moltissimi dei suoi rovesci al lungolinea, ma quei rovesci lungolinea non rappresenteranno una grossa proporzione delle opportunità complessive dal quel lato di campo.
Le opportunità di colpire un rovescio lungolinea
Iniziamo proprio da quelle opportunità. La tabella mostra tre frequenze per i due circuiti, relativamente alle partite di cui abbiamo dati punto per punto dal 2010 a oggi. La prima frequenza è la percentuale di opportunità sul lato del rovescio che sono effettivamente diventate rovesci (per lo scopo di quest’analisi, non considero i rovesci tagliati, che possono essere difficili da gestire ma sono tutt’altro colpo. Ho escluso anche le risposte al servizio, perché possiedono complicazioni specifiche). La seconda frequenza è la percentuale di opportunità che sono diventate rovesci lungolinea, e la terza è la combinazione delle prime due, vale a dire la percentuale di rovesci dal lato del rovescio che sono diventati lungolinea.
Circuito Rov./Opp Rov. LL/Opp Rov. LL/Tutti Rov ATP 63.7% 11.1% 17.4% WTA 73.6% 12.8% 17.4%
È molto più probabile che le donne colpiscano un rovescio non tagliato dal lato del rovescio di quanto facciano gli uomini, e ci sono due ragioni per questo. La prima è che gli uomini, in media, colpiscono più rovesci tagliati, principalmente per via di alcuni giocatori che colpiscono molti rovesci tagliati, alzando appunto la media. La seconda è che più probabilmente gli uomini gireranno intorno al rovescio per tirare un dritto da quel lato. Siccome gli uomini colpiscono meno rovesci in assoluto, colpiscono anche meno rovesci lungolinea come porzione del totale di colpi da quel lato. Però, se decidono di colpire di rovescio, uomini e donne vanno per il lungolinea con la medesima frequenza, il 17.4%, all’incirca un rovescio su sei.
L’esito dei rovesci lungolinea
Vediamo l’esito di quei rovesci lungolinea. La tabella riporta numeri aggregati relativi all’ATP e alla WTA e mostra la percentuale di lungolinea che si trasformano in vincenti (tra cui colpi che forzano un errore dell’avversario/a), la percentuale degli errori non forzati e la percentuale che porta al motivo ultimo dello scambio, cioè vincere il punto.
Sia gli uomini che le donne hanno un rapporto “positivo” tra vincenti ed errori non forzati. Le donne però ottengono più vincenti e commetto più errori (e vedremo, al riguardo, che sono numeri incredibilmente aggressivi). Inoltre, sia uomini che donne terminano in media il punto più frequentemente con rovesci lungolinea rispetto ad altri colpi, sia considerando tutti i colpi che tutti i rovesci. In media, con il rovescio non tagliato, considerato da ogni posizione e per tutte le direzioni, si ottiene approssimativamente un 10% di vincenti e un 10% di errori non forzati.
La percentuale di punti vinti non appare enorme, il 51.6% per gli uomini e il 52.4% per le donne. Sono però cifre che ribaltano la tipica aspettativa che si ha al rovescio. I rovesci si verificano più spesso da posizioni difensive, quindi è leggermente più probabile che appartengano a punti persi che a punti vinti. Per questo i corrispondenti numeri per i rovesci sono tutti al di sotto del 50%.
Questo è un ottimo esempio della difficoltà associata all’analisi di un colpo: i rovesci lungolinea determinano più punti vinti perché parte di una tattica migliore, o perché vengono colpiti più spesso di fronte a colpi deboli dell’avversario? Probabilmente è una combinazione di entrambi gli aspetti, ma con prevalenza dell’ultimo.
Una breve parentesi sui mancini
Prima di vedere i risultati per alcuni giocatori, voglio illustrare un interessante confronto tra mancini e destrimani. Più di una volta ho sostenuto che i mancini devono imparare a giocare “al contrario”, perché i loro avversari sono in maggioranza destrimani. Mentre due destrimani possono scambiarsi cannonate di dritto incrociato, un mancino raramente ha la stessa possibilità. Di conseguenza, i mancini si allenano più a lungo su colpi inusuali, come colpi a rimbalzo a uscire e i rovesci lungolinea. Almeno, questa è la mia teoria.
Nemmeno a dirsi, i mancini colpiscono molti più rovesci lungolinea dei colleghi destrimani, i quali vanno lungolinea nel 16.9% dei rovesci dal lato del rovescio, rispetto al 21.4% dei mancini. Rafael Nadal è buona parte della spiegazione, visto che sono sue molte delle partite con dati punto per punto e che va di rovescio lungolinea il 24.4% delle volte, più di quasi tutti gli altri giocatori (un altro mancino, Martin Klizan, è uno dei pochi con numeri più estremi, il 25.2%). Rimane comunque una differenza di diversi punti percentuali anche non considerando Nadal.
Non è però una legge fisica universale. Le donne mostrano, in aggregato, una tendenza opposta. Le destrimane usano il rovescio lungolinea il 17.6% delle volte, mentre le mancine il 15.8%. Ci sono alcune giocatrici dello stampo di Nadal e Klizan, come Lucie Safarova (26.3%) ed Ekaterina Makarova (26.1%). In generale, sono le più aggressive, a prescindere dalla mano, a utilizzare più spesso il rovescio lungolinea. Jelena Ostapenko arriva al 27% e Dayana Yastremska costringe a estendere l’asse delle ordinate, con una frequenza del 33%.
Il compromesso del rovescio lungolinea
Ho parlato della grande difficoltà di valutare le tattiche di gioco in termini di selezione dei colpi. La misura più importante di qualsiasi strategia è data dalla vittoria di più punti. Se giocare più lungolinea non fa aumentare la frequenza di punti vinti, perché un giocatore o una giocatrice dovrebbero fare quella scelta? Se però più lungolinea si traducono in più punti vinti, allora vale la pena pensare di giocarne di più, che significa andare alla ricerca di opportunità da posizioni più complicate, cioè in sostanza vincere punti con una frequenza leggermente inferiore. Portando il ragionamento all’estremo, una tattica migliore non porterà a più punti vinti di quella meno efficace di cui prende il posto.
Se si pensa inoltre all’ovvia considerazione che ogni giocatore ha caratteristiche e preferenze diverse da quelle degli altri, si ottiene che non esiste una forte relazione tra la frequenza di rovesci lungolinea e la loro efficacia, intesa come punti vinti, quando vengono colpiti.
Non correlazioni
Esiste una leggerissima correlazione negativa (per uomini e donne) tra la frequenza con cui un giocatore colpisce rovesci lungolinea e il numero di rovesci lungolinea vincenti, a suggerire che ci sono poche opportunità per andare a colpo sicuro su un vincente. Per le donne, non c’è però relazione tra la frequenza di rovesci lungolinea e la frequenza di punti vinti. C’è invece un’eccezione, per quanto minore, in questo lungo elenco di elementi tra loro senza relazione. Per gli uomini, si assiste a una debole correlazione negativa (r^2 = 0.13) tra la frequenza di rovesci lungolinea e la frequenza di punti vinti.
È un risultato in linea con l’intuizione descritta in precedenza, cioè che se un giocatore ricerca quella tattica più spesso, otterrà esiti peggiori, non perché gioca effettivamente male, ma perché la sceglie in situazioni più rischiose. Il giocatore che ricorre al rovescio lungolinea il 10% delle volte ha una posizione conservativa, chi lo fa nel 25% dei casi si trova in qualche circostanza con un colpo dalla percentuale realizzativa davvero risicata.
Il rovescio lungolinea di specifici giocatori
Potremmo quindi concludere, seppur con estrema cautela, che un giocatore che vince un’alta percentuale di punti con il rovescio lungolinea dovrebbe usarlo più spesso. La tabella mostra 25 dei giocatori più in vista, ordinati per la frequenza con cui colpiscono un rovescio lungolinea.
Giocatore Rov. LL/Rov. Vinc% ENF% Pti Vinti% Nadal 24.5% 12.1% 11.1% 54.7% Isner 22.0% 23.2% 27.3% 38.2% Djokovic 21.2% 16.7% 16.1% 54.2% Tsonga 21.0% 20.6% 27.7% 45.8% Shapovalov 20.5% 20.1% 23.5% 49.1% Wawrinka 19.1% 28.8% 26.8% 51.4% Nishikori 18.8% 27.7% 19.1% 56.7% Thiem 18.4% 28.5% 28.2% 51.6% Fognini 18.3% 20.4% 23.8% 49.3% Goffin 18.2% 23.5% 23.8% 49.5% Federer 18.2% 25.5% 21.0% 53.2% Dimitrov 17.7% 27.4% 23.6% 50.5% Kyrgios 17.7% 19.5% 23.5% 44.4% Murray 16.8% 21.7% 16.5% 54.2% Gasquet 16.6% 33.5% 23.1% 55.2% Del Potro 15.5% 24.6% 15.7% 52.2% A. Zverev 15.3% 32.5% 19.0% 56.1% Monfils 14.3% 25.9% 17.6% 54.7% Medvedev 14.3% 17.0% 16.9% 49.6% Ferrer 14.2% 16.9% 18.1% 48.0% Tsitsipas 14.1% 24.3% 22.9% 49.3% Coric 13.6% 29.3% 24.1% 55.4% Anderson 13.3% 25.3% 24.9% 45.9% Bautista Agut 10.4% 17.3% 20.2% 46.3% Schwartzman 10.3% 32.5% 22.3% 55.7%
Se non altro, questi numeri evidenziano che ci sono molteplici modi per vincere una partita. Nadal colpisce molti rovesci lungolinea, ma raramente comportano la fine del punto. Poco più giù nella lista, troviamo giocatori che concludono il punto con un rovescio lungolinea più del doppio delle volte. Nella parte bassa è pieno di giocatori che non vincono molti punti con il rovescio lungolinea ma tra cui troviamo Diego Schwartzman e Borna Coric, due che sono estremamente efficaci nelle rare occasioni in cui cercano questo colpo più difficile.
Il rovescio lungolinea di specifiche giocatrici
Non troviamo una correlazione simile per le donne a livello di circuito, che non significa che le strategie di tutte le giocatrici siano ottimali. La tabella mostra le stesse statistiche per 25 delle giocatrici più in vista.
Giocatrice Rov. LL/Rov. Vinc% ENF% Pti Vinti% Yastremska 33.7% 27.4% 24.7% 54.8% Ostapenko 27.1% 35.0% 33.6% 51.0% S. Williams 25.2% 28.3% 19.6% 57.4% Bencic 21.6% 28.1% 14.6% 59.1% Sabalenka 21.2% 38.7% 25.5% 57.1% Keys 20.4% 27.7% 39.9% 46.7% Halep 20.1% 25.3% 21.7% 55.8% V. Williams 19.2% 26.1% 19.7% 49.7% Andreescu 19.2% 22.6% 17.9% 59.7% Azarenka 19.1% 25.9% 16.2% 57.3% Kar. Pliskova 18.9% 26.6% 23.1% 51.6% Muguruza 18.1% 28.2% 18.9% 57.5% Sharapova 18.0% 27.1% 21.4% 53.2% Osaka 17.9% 28.2% 27.7% 48.6% Konta 16.1% 33.4% 29.9% 53.6% Kvitova 15.8% 30.9% 24.0% 54.0% Wozniacki 15.6% 25.5% 15.9% 56.8% Stephens 15.1% 25.9% 26.4% 53.2% Bertens 14.7% 21.6% 21.7% 49.0% Niculescu 13.2% 29.7% 14.7% 62.9% Kerber 13.2% 26.7% 18.5% 56.2% Barty 13.1% 26.9% 29.0% 50.6% Vondrousova 11.5% 29.8% 18.5% 52.3% Suarez Navarro 10.9% 33.1% 25.8% 55.9% Svitolina 10.2% 27.6% 20.5% 53.9%
Un esempio eclatante è quello di Belinda Bencic, che colpisce più rovesci lungolinea di quasi tutte le giocatrici dell’elenco ed è una delle più efficaci nel vincere il punto in quel modo. Facile lasciarsi sedurre dall’ipotesi che, nell’applicare questa tattica, stia sprecando qualche opportunità. All’estremo opposto Ostapenko e Madison Keys sono decisamente aggressive, commettendo tanti errori quasi quanti sono i vincenti e, nel caso di Keys, vincendo molto meno della metà di quei punti.
Si tratta solo di un’analisi preliminare del rovescio lungolinea. Valutare una strategia è difficile, quantificare gli effetti di un singolo colpo all’interno della strategia è ancora più complesso. E lo si può fare solo partendo dalla definizione di alcuni concetti di base, dalla scelta di statistiche utili e dal cercare i primi indizi di una correlazione che potrebbe esistere (o che probabilmente non esiste). Il percorso è molto lungo, ma abbiamo fatto un piccolo passo in avanti. ◼︎