Pubblicato il 28 agosto 2018 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// La scorsa settimana, durante il secondo turno di qualificazione per gli US Open 2018, Gerald Melzer ha dovuto chiudere un game di 28 punti al servizio – vale a dire 11 parità – prima di sconfiggere Kenny De Schepper (perdendo poi il giorno successivo contro Felix Auger-Aliassime, forse anche per la stanchezza mentale accumulata). Osservando il tabellone del punteggio da un campo vicino, ho pensato che non funzionasse più e che la partita fosse finita da tempo.
Game maratona di questo tipo sono rari, ma non impossibili. Sempre un altro qualificato, Lloyd Harris, ha avuto bisogno di 10 parità per tenere il servizio contro Gilles Simon al primo turno del tabellone principale.
Né Melzer né Harris sono però vicini al record, che probabilmente è il game da 28 parità di una partita del 1996 tra Alberto Berasategui e Marcelo Filippini, che equivale a 62 punti, uno in più della leggendaria partita di 28 minuti tra Bernard Tomic e Jarkko Nieminen…l’intera partita! Un game ancora più lungo, di 37 parità e 80 punti, è stato giocato ai Surrey Championships del 1975, un torneo che non rientrava nel circuito ufficiale.
La probabilità teorica
Sul circuito maschile, il giocatore al servizio vince circa il 63% dei punti. Lo scorso anno, Melzer ha vinto circa il 64% dei punti al servizio, quasi gli stessi degli avversari di De Schepper, quindi useremo il numero leggermente più alto.
Con il giocatore al servizio che vince il 64% dei punti, la probabilità di raggiungere la parità in un game è del 24.4%. La parità successiva ha una probabilità di poco inferiore alla metà, il 46.1%. La probabilità di un game con almeno due parità è data dal 24.4% moltiplicato per il 46.1%, la probabilità di un game con almeno tre parità è data dal 24.4% per il 46.1% per il 46.1%, e così via.
Il game di Melzer da 11 parità è dato dalla moltiplicazione tra il 24.4% per (46.1% ^ 10), cioè un po’ meglio di una su un migliaio. La partita ha richiesto 30 game, quindi la probabilità di un determinato game da 28 punti (o più lungo) – assumendo che le ipotesi sottostanti siano identiche per i game al servizio di De Schepper – è circa 30 volte meglio, una su trecento.
Il game da 26 punti tra Simon e Harris è ancora più probabile. Sul circuito Challenger, Harris ha vinto circa il 65% dei punti al servizio, mentre Simon ha vinto più del 40% dei punti alla risposta contro avversari più forti.
Incrociare questi dati va oltre lo scopo dell’articolo, ma ipotizziamo che per Harris l’attesa era del 61% di punti vinti al servizio (ne ha poi vinti solo il 50%, anche se è un numero su cui incide pesantemente il game maratona). La probabilità per Harris di un qualsiasi game al servizio di 26 punti, sempre rispetto a una percentuale del 61% di punti vinti al servizio, è di circa una su tremila.
Un ultimo esempio. La partita record tra Berasategui e Filippini era palcoscenico quasi naturale per game lunghi, visto che nessuno dei due giocatori ha vinto molti punti al servizio e la terra battuta di Casablanca non è mai stata una superficie veloce.
Ma anche in presenza di circostanze favorevoli, un game con 28 parità è quasi impossibile. Con una percentuale del 58% di punti vinti al servizio da Filippini (che in quell’anno ha tenuto una percentuale del 59.6%, contro il 57.7% degli avversari di Berasategui; ho arrotondato leggermente per compensare la superficie), la probabilità di un singolo game di almeno 62 punti è di una su un miliardo.
Pause toilette ritardate
Vediamo ora con quale precisione il calcolo probabilistico è in grado di predire la frequenza effettiva dei game maratona. Nel mio database di circa 435 mila partite sul circuito maggiore dal 2012, 42 game hanno raggiunto i 28 punti, una frequenza di circa uno ogni diecimila, la stessa del numero teorico ottenuto per la partita tra Melzer e De Schepper.
Molti game sono durati più di 28 punti ma nessuno è andato oltre i 36 punti. Il più recente tra questi si è verificato nel terzo turno degli Australian Open 2018, quando Kyle Edmund ha strappato il servizio a Nikoloz Basilashvili (e la sua resistenza mentale) per andare avanti 2-0 nel quarto set.
I game da 28 punti, e in generale i game lunghi, sono un po’ più frequenti sul circuito Challenger. Ne ho trovati 81 su 600 mila game – circa un ogni 7500 game – tra cui tre da 38 punti. Edmund figura in uno di quei game prolungati, riuscendo quasi a fare il break contro Grega Zemlja a Dallas nel 2016. Anche Melzer si ritrova nella lista, essendo riuscito a tenere il servizio contro Robin Haase nel 2015 a Trnava dopo 28 punti, pur perdendo poi la partita.
Il record appartiene alle donne
Teoria e pratica si allineano anche per il circuito femminile. Utilizzando una frequenza media per il circuito del 58% dei punti vinti al servizio, dovremmo attenderci di trovare circa un game da 28 punti ogni 4600 game. In 367 mila game del database, ci sono state 89 occorrenze, cioè una su 4100.
Il record in questo caso va ben oltre qualunque circostanza vista negli ultimi anni sul circuito maggiore maschile o su quello Challenger: Mathilde Johansson ha strappato il servizio a Elena Vesnina al 40esimo punto, dopo 17 parità. Pur avendo tenuto il servizio successivo e vinto il secondo set, ha poi perso la partita al terzo.
Sulla base dei dati degli ultimi anni, il record di Berasategui e Filippini sembra essere al sicuro. Considerando gli sforzi per rendere il tennis più veloce, preferendo un punteggio senza i vantaggi rispetto a episodi da 28 parità come nel caso di Berasategui, probabilmente è meglio che rimanga tale. ◼︎
Gerald Melzer’s 28-Point Hold, and Other Interminable Deuce Games