Pubblicato il 16 settembre 2017 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati
// Ora che si sono conclusi gli US Open 2017, l’ultimo dei quattro Slam dell’anno, la stranezza della stagione in corso è più che mai evidente.
È una stranezza con aspetti positivi e negativi. Tra quest’ultimi, rientra sicuramente la sequenza (almeno se rapportata al 2016) di tabelloni maschili anonimi o apertamente noiosi nei tornei dello Slam. Una striscia iniziata con il Roland Garros 2017 e arrivata fino agli US Open. Dal Roland Garros in avanti, in tutte le finali si è giocato il numero minimo di set. Serve tornare al 2003 per trovare una sequenza di finali Slam così sottotono.
La qualità del tabellone attraverso le valutazioni Elo
Il punteggio di una finale è una possibile misura della qualità di un tabellone, ma fare riferimento a una sola partita (sebbene la più importante) è troppo riduttivo. Valutare la qualità complessiva di un campo partecipanti di 128 giocatori è ancora più difficile e, probabilmente, non esiste una sola statistica che ne rappresenti una perfetta sintesi. Tuttavia, ho proposto recentemente una misurazione della qualità e profondità di un torneo che ritengo possa essere qui utile.
Si tratta di verificare la valutazione Elo più alta tra i giocatori che ci si attende vengano sconfitti nello stesso turno, dal primo fino alla finale. Successivamente, si calcola la media ponderata della valutazione massima di Elo per ogni turno, con una maggiore ponderazione dei turni conclusivi. In questo modo, la qualità si concentra sui giocatori con le prestazioni migliori di ogni sezione del tabellone, con enfasi sulle fasi finali, nelle quali ci si aspetta vi siano partite più equilibrate.
Il declino nella qualità degli Slam
Utilizzando questa statistica, siamo in grado di confrontare la qualità complessiva dei tabelloni degli Slam 2017 rispetto a quelli del 2016. L’immagine 1 mostra il buon inizio del 2017, con un tabellone degli Australian Open leggermente superiore a quello del 2016, sulla base delle valutazioni Elo dei partecipanti all’inizio del torneo. In seguito, la situazione precipita.
IMMAGINE 1 – Qualità del tabellone degli Slam 2017 rispetto agli Slam 2016
A differenza del 2016, si è assistito a un declino progressivo nella qualità complessiva dal Roland Garros agli US Open. Quando si è arrivati a fine agosto con diversi giocatori di vertice temporaneamente infortunati o ritiratisi fino all’inizio del 2018, la qualità degli US Open era scesa di 80 punti. In termini di valutazione Elo, questa diminuzione corrisponde alla perdita di 10 punti percentuali nelle attese di vittoria della singola partita relative al giocatore più forte.
Siamo in grado di specificare le valutazioni massime di Elo in ciascun turno per avere un’idea migliore sull’origine di questo declino. Nell’immagine 2, “1” si riferisce alla valutazione Elo degli ultimi 64 giocatori del tabellone, mentre “8” è la valutazione Elo del vincitore atteso. Per ogni Slam, possiamo osservare la divergenza tra il 2016 (in blu) e il 2017 (in arancione) per stabilire l’insieme dei giocatori che nel 2017 hanno contribuito in misura maggiore al cambiamento nella qualità dei tabelloni.
IMMAGINE 2 – Confronto tra qualità dei tabelloni per gruppo di giocatori nel singolo turno
La qualità è soggetta a cicli
Per il Roland Garros e per Wimbledon, è interessante notare come la differenza sia in larga parte dovuta alla forma del vincitore atteso. Ricordando che il più forte del 2016 era Novak Djokovic, possiamo attribuire alla crollo del suo rendimento gli scostamenti del 2017, in quanto giocatore con la valutazione Elo (su tutte le superfici) più alta per ogni Slam del 2016. Nel 2017, Djokovic ha stabilmente perso la capacità di fare la differenza, e nessun altro giocatore ha trovato il modo di raggiungere il massimo livello di forma espresso da Djokovic nel 2016.
Gli US Open spiccano tra gli Slam per il fatto di deviare dalla qualità del tabellone del 2016 molto prima nello svolgimento del torneo, specificamente al quarto turno. Rappresentano anche l’unico evento con un differenziale negativo tra il 2017 e il 2016 per almeno tre turni. È una conferma della decimazione di teste di serie nella parte bassa del tabellone durante la prima settimana e dell’impressione che il livello di gioco nella seconda settimana si sia rivelato ispirato solo a tratti.
In ogni sport, la qualità della competizione è soggetta a cicli. La fine del 2017 sembra segnare un punto di minimo per il tennis maschile. Se davvero è così, si può solo sperare che il vento giri nuovamente il prossimo gennaio, in modo da rendere il 2018 una stagione di rinascita.
A breve analizzerò le tendenze anche nella qualità dei tabelloni Slam femminili.
Il codice e i dati dell’analisi sono disponibili qui. ◼︎