Il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

Probabilmente il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

Una rivisitazione della convergenza tra la velocità delle superfici

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Pubblicato il 29 giugno 2023 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// Da più di dieci anni, giocatori e opinionisti lamentano una convergenza tra la velocità delle superfici. In estrema sintesi, tutto si sta trasformando in terra battuta: i campi in cemento si sono fatti più lenti, anche molti di quelli al coperto. Pure l’erba, un tempo bastione di un tennis rapido e di attacco, ha rallentato il gioco.

Ho cercato di indagare questo assunto a più riprese, nel 2013 con la frequenza di break e di ace per vedere se cemento e terra si stavano avvicinando, e la risposta è stata negativa. In molti hanno sottolineato che gli indici scelti non erano quelli giusti e che la lunghezza dello scambio era più corretta. Pur essendo d’accordo, a quel tempo non era un dato ampiamente disponibile. Nel 2016 poi, ho analizzato la lunghezza dello scambio per le finali Slam, trovando qualche traccia di convergenza tra superfici, in modo più marcato negli uomini rispetto alle donne, a lasciar intendere che non era solo un tema di superficie, ma che anche la tattica era cambiata e la combinazione di giocatori e giocatrici in finale alterava i risultati.

Il Match Charting Project ha accumulato statistiche colpo per colpo per oltre dodici mila partite. Pur alla continua ricerca di dati sempre più numerosi e granulari, quelli già a disposizione consentono agevolmente di verificare se la lunghezza dello scambio è effettivamente cambiata negli anni, per superfici differenti.

Stimare la lunghezza dello scambio

Partiamo da un semplice modello di stima della lunghezza di uno scambio per la singola partita. Non serve molto se non la lunghezza media dello scambio per ciascun giocatore, in aggiunta alla superficie. I giocatori che tipicamente giocano scambi corti incidono sulla lunghezza dello scambio di più rispetto a quelli che invece giocano scambi lunghi (argomento che meriterebbe un articolo a parte). Chiamiamo X la lunghezza media dello scambio del giocatore “corto” e Y la lunghezza media dello scambio del giocatore “lungo”. Usando dati dalle ultime sette stagioni e oltre, si può arrivare alla lunghezza di uno scambio sul cemento con questa formula:

X + (0.7 * Y) – 2.6

I numeri cambiano un po’ in funzione del genere e del periodo di riferimento, ma l’idea di fondo è la stessa. Di solito, il giocatore “corto” incide sulla lunghezza dello scambio per circa il 50% in più del suo avversario. Per il tennis maschile, si può ottenere la lunghezza media dello scambio su terra dal 2016 aggiungendo 0.16 al risultato dell’equazione e sottraendo 0.45 per l’erba. Prendiamo ad esempio un ipotetico scontro tra Carlos Alcaraz e Alexander Bublik. Nelle partite del Match Charting Project, la lunghezza media dello scambio per Alcaraz è di 4.0, quella di Bublik 3.2. Dalla formula otteniamo quindi i seguenti valori di lunghezza dello scambio:

cemento — 3.39
terra — 3.55
erba — 2.94

Per varie ragioni, il margine di errore nell’aggiustamento tra una superficie e l’altra è decisamente ampio: i campi non sono necessariamente uguali anche se la superficie ha lo stesso nome. Altri fattori, come le palline, possono indirizzare l’andamento di una partita in modo diverso da un giorno all’altro. I giocatori si adattano al cambiamento di superficie ognuno a suo modo. La solita dose di casualità aggiunge ulteriore varianza ai numeri sulla lunghezza dello scambio.

Cambiare i coefficienti

Non si tratta di aggiustamenti sostanziali tra superfici: una differenza di 0.16 colpi per punti si nota a malapena, a meno di non essere incaricati di tenere il punteggio. Considerata la variazione esistente tra campi della medesima superficie, significa che gli scambi possono essere più lunghi in alcune partite sul cemento che di alcune sulla terra, anche tra la stessa coppia di giocatori. Questo ci riporta alla questione della convergenza tra la velocità delle superfici. Il valore di 0.16 colpi per punto è il miglior tentativo a cui sono arrivato per quantificare l’attuale differenza tra cemento e terra, o quantomeno quella per gli uomini dal 2016 a oggi. Se le superfici si sono di fatto avvicinate, con dati più vecchi dovremmo trovare un divario più marcato. Ed è esattamente quello che osserviamo. Ho esteso l’analisi ad altri tre periodi: 1959-95, 1996-2005, and 2006-2015. Il grafico dell’immagine 1 mostra la differenza nella lunghezza dello scambio tra superfici per ciascuno dei quattro intervalli temporali.

IMMAGINE 1 – Effetto della superficie sulla lunghezza dello scambio (uomini)

Ad esempio, negli anni fino al 1995, per due giocatori con una lunghezza media dello scambio sul cemento di 4 colpi l’aspettativa di scambio medio sulla terra era di 5 colpi per punto (4+1). Sull’erba, lo scambio medio sarebbe stato solo di 3.25 colpi. Negli anni di passaggio al nuovo millennio, la differenza tra erba e cemento si è ridotta al livello attuale, mentre quella tra cemento e terra ha continuato a diminuire. Lo 0.16 aggiuntivo nel numero di colpi per punto che si osserva ora è solo circa un sesto dell’equivalente negli anni ’80 e nei primi anni ’90. Il grafico implica che i campi in cemento siano costanti nel tempo, ma è solo un artificio della mia analisi, e potrebbe non corrispondere alla realtà. Magari sono i campi in terra a non essere cambiati, un aspetto che avevo riscontrato in passato e a cui molti esperti sembrano dare credito. Se così fosse, invece che una curva discendente per la terra e una tendente verso l’alto per l’erba, il grafico mostrerebbe due curve ascendenti, a sottolineare scambi più lunghi su superfici che non siano la terra battuta.

Anche le donne

Il tennis femminile si è evoluto in modo abbastanza distante da quello maschile, ma le dinamiche sono a grandi linee simili. L’immagine 2 mostra lo stesso grafico per la lunghezza dello scambio su differenti superfici.

IMMAGINE 2 – Effetto della superficie sulla lunghezza dello scambio (donne)

Nell’ultimo ventennio, non c’è stata di fatto differenza nella lunghezza dello scambio su cemento e terra. Rimane distanza tra erba e cemento, anche se, come per gli uomini, è in leggero avvicinamento.

Come mai c’è convergenza?

Il colpevole è presto individuato: proprio lei, la superficie. In funzione della persona a cui lo si chiede, ci sono varie risposte sul motivo che ha portato i vari tornei ha rallentare la velocità del cemento e dell’erba: perché gli spettatori preferiscono scambi più lunghi, perché i servizi bomba di pochi anni fa rendevano il tennis noioso, perché le superfici più lente hanno favorito i Fantastici Quattro, perché alla gente piace vedere i giocatori vomitare in campo esausti dopo cinque ore di gioco. Probabilmente in parte è così.

Vorrei però offrire una spiegazione complementare. Lo sviluppo tecnologico delle racchette e con esso della bravura alla risposta ha di fatto seppellito il servizio e volée. Superfici più lente possono senz’altro aver agevolato il processo, ma non era una condizione necessaria. Negli anni ’80, un giocatore di vertice come Ivan Lendl o Mats Wilander faceva ricorso a tattiche tra loro opposte a seconda della superficie, affidandosi allo scambio infinito sulla terra e preferendo invece il servizio e volée al chiuso o sull’erba. Oggi, una partita tra Alcaraz e Novak Djokovic è titanica più o meno allo stesso modo a prescindere da dove avviene, e se Alcaraz seguisse ogni servizio a rete, Djokovic avrebbe molta più facilità sui punti alla risposta di quanto sia mai capitato agli avversari di Lendl o Wilander.

Sono convinto che la lunghezza dello scambio si sia uniformata per una combinazione di fattori di entrambe le teorie, ma penso che le condizioni (superfici, palline, etc.) siano le meno rilevanti. Non so però come potremmo usare i dati a disposizione per dimostrare la validità di una o dell’altra. Dopo tutto, la causa non è così importante. Molto più che nelle precedenti analisi, abbiamo abbastanza dati sulla lunghezza dello scambio per vedere come i giocatori si adattino a superfici diverse. Quale sia il motivo, sembra proprio che il tennis su cemento, terra ed erba sia sempre più uguale, in una tendenza partita almeno 25 o 30 anni fa che non mostra segni di inversione di rotta. Che ci sia o non ci sia una convergenza tra la velocità delle superfici, è certo che le tattiche di gioco si sono uniformate. ◼︎

Surface Speed Convergence Revisited

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