Il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

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I 128 del tennis — #105, Petra Kvitova

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Pubblicato il 29 marzo 2022 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

A inizio anno, Jeff Sackmann si è imbarcato in un immenso progetto di elaborazione di una classifica dei 128 giocatori e giocatrici più forti di tutti i tempi, ponendosi l’obiettivo di terminare a dicembre 2022. Con una media di più di 2000 parole per singolo profilo, si tratta di una vera e propria enciclopedia di chi è chi nel tennis, dalla sua nascita a oggi. Per limiti di tempo e più evidenti limiti di talento, settesei.it propone una selezione delle figure maggiormente rappresentative per vicinanza d’epoca e notorietà, n.d.t.

Petra Kvitova [CZE]
Data di nascita: 8 marzo 1990
Carriera: 2007-presente
Gioco: destro (rovescio a due mani)
Massima classifica WTA: 2 (31 ottobre 2011)
Massima valutazione Elo: 2175 (prima a gennaio 2012)
Slam in singolo: 2
Titoli WTA in singolo: 28

// Il servizio di Petra Kvitova è così potente da non dover far caso alla sua classifica. Ha giocato 127 partite in carriera contro avversarie tra le prime 10 e ne ha vinte 60, poco meno della metà (dato aggiornato al momento della traduzione, n.d.t.). La percentuale di vittorie non dovrebbe sorprendere, visto che lei stessa ha alternato a lungo una presenza al vertice a periodi di lontananza. La stranezza è che la sua classifica — anche come possibile indicazione dello stato di forma in ogni fase della carriera — non ha alcuna correlazione con i risultati. La tabella mostra il record contro le prime 10, diviso per classifica alla data di ogni partita.

Classifica    Record    % Vittorie  
Prime 5       15-17     47%  
6-10          18-27     40%  
11-20         12-6      67%  
21-50         8-6       57%  
51+           4-6       40%

L’ultima riga è quella che balza all’occhio, perché comprende la maggior parte della carriera di Kvitova, dal debutto sul circuito maggiore fino alla semifinale a Wimbledon nel 2010 in cui è salita alla ribalta. La prima partita contro una delle prime 10 per lei è arrivata solo dopo 13 partite ufficiali, al torneo di Memphis 2008. Diciassettenne e numero 143 del mondo, si era qualificata per il tabellone principale, sorteggiando subito Venus Williams. Kvitova ha poi vinto in 3 set. Dopo la partita, Venus si è espressa con parole di riserva “ha un buon servizio ed è mancina”. Avrebbe potuto aggiungere anche che non ha continuità. Nella partita successiva infatti, ha perso contro un’altra giocatrice dalla classifica a tre cifre, Alla Kudryatseva, e due tornei dopo dalla numero 164 Elena Baltacha in un ITF da 75 mila dollari.

Nel 2008, ha accorciato la sua classifica di 100 posizioni, dalla 150 alla 50, perdendo però nove partite contro giocatrici fuori dalle prime 100. La condizione con cui ha totalmente sorpreso Venus e portato la numero 1 Ana Ivanovic al terzo set a Montreal è stata per lo più assente. Kvitova ha dovuto aspettare altri 18 mesi per vincere ancora contro una delle prime 10. L’attesa è stata però ripagata. Agli US Open 2009, fuori dalle prime 70, si è spinta fino al terzo turno per sfidare la numero 1 Dinara Safina. Dopo due ore e mezza e con un punto in meno vinto rispetto a quelli persi, ha comunque trionfato al tiebreak del terzo set. Due giorni dopo, è uscita però per mano della numero 50 Yanina Wickmayer.

Dimostrazione di potenza

Il circuito si è reso conto velocemente che il gioco di Kvitova era pericoloso, soprattutto con il servizio, e così anche gli appassionati di tennis femminile, dopo che a Wimbledon 2010 ha ottenuto la quarta vittoria contro una delle prime 10. Nei primi tre turni di quell’edizione, ha battuto giocatrici con una classifica migliore, tra cui le teste di serie Zheng Jie e Victoria Azarenka. La stampa inglese l’aveva già soprannominata la falcia-giganti ancor prima del quarto turno con la testa di serie numero 3 Caroline Wozniacki, di quattro mesi più giovane, ma vittoriosa nei due loro precedenti incontri. Di li a pochi mesi Wozniacki sarebbe diventata la numero 1 mondiale per la prima volta. Kvitova rimane impassibile, e la distrugge con il punteggio di 6-2 6-0, che non rende idea di quanto la partita sia stata a senso unico. Ha perso solo sei punti al servizio e concluso in 46 minuti. Reuters ha riportato che “la violenza dei colpi di Kvitova” aveva lasciato Wozniacki “atterrita”. Incredibilmente, Kvitova ha mantenuto continuità anche nei quarti di finale contro Kaia Kanepi, pur dovendo salvare tre palle match. È servita una prestazione di eccelsa qualità da parte della testa di serie numero 1 Serena Williams per fermarne la corsa.

L’inevitabile calo prestazionale non si è fatto attendere. Dopo Wimbledon ha perso cinque volte di fila, di cui quattro contro avversarie con classifica inferiore. Nel resto della stagione ha vinto solo altre cinque partite del circuito maggiore, concludendo l’anno con una sconfitta contro la numero 52 Sofia Arvidsson in un evento ITF a Poitiers. Nessuno poteva togliere a Kvitova l’etichetta di semifinalista a Wimbledon, ma ancora non aveva una classifica sufficiente da meritare un posto nel tabellone principale a Sydney, torneo di preparazione agli Australian Open. La ventenne Kvitova era entrata nel professionismo con potente servizio mancino e tattiche aggressive solide come quelle di chiunque altra. Quando chi ha un servizio bomba è anche così incostante nel rendimento, solitamente il consiglio è di rallentare e giocare un tennis a più alta percentuale. Probabilmente Kvitova ha recepito l’indicazione, ma l’ha del tutto ignorata, lanciandosi senza freno dalla parte opposta.

Cambio della guardia

Per i primi anni della carriera di Kvitova le statistiche sul tennis femminile non sono complete, anche se ci sono abbastanza dati per farsi un’idea generale di come il suo gioco, e in particolare il servizio, si è evoluto. Nel 2010, Kvitova vinceva il 57% dei punti al servizio, con una frequenza del 4.1% di ace, due numeri anonimi da far pensare che in realtà si stesse facendo molto rumore per nulla. Ha servito almeno il 10% di ace solo in tre partite, di cui una la cavalcata contro Wozniacki, dove un totale di 5 ace su 33 punti è quasi troppo ridotto da valere un conteggio. Il servizio di Kvitova dava idea di essere in ordine, e gli angoli che trovava con il mancino richiedevano certamente adattamento, ma i risultati — se si escludono le giornate di massima forma — non ne sostenevano la reputazione.

Tutto è cambiato nel 2011, quando ha vinto il 61.5% del punti totali al sevizio e la sua frequenza di ace è balzata al 5.5%. Come è solito nelle statistiche di tennis, anche con una differenza che sembra minima il miglioramento poi è stato enorme, in entrambi i casi. Nel 2010, il 57% dei punti vinti era (e sarebbe) al di sotto della media del circuito, mentre il 61.5% l’ha catapultata nell’élite. Un decennio più tardi, Kvitova continua a servire a quel livello: il 61.2% nelle ultime 52 settimane vale un sesto posto, al pari di Iga Swiatek.

Il passaggio dal 4.1% al 5.5% di ace non è altrettanto estremo, ma è stato particolarmente efficace sulle superfici in cui eccelle, manifestandosi nelle prestazioni. Nel 2011, è andata in doppia cifra nella percentuale di ace in almeno undici partite (tre in più dell’anno precedente), tra cui la finale di Parigi Indoors contro Kim Clijsters e quattro partite consecutive a Wimbledon. Sull’erba londinese, la frequenza di ace è salita dal 5.8% del 2010 all’8.9% del 2011, per quanto Maria Sharapova ha subito solo un ace nella finale del 2011. Questo dato sull’erba è rilevante in parte perché molti dei suoi successi sono legati a quella superficie, come le due vittorie a Wimbledon nel 2011 e 2014. Ancor di più, suggeriscono che stava servendo con ferocia anche su altri terreni, solamente che su campi meno rapidi beneficiava più di errori alla risposta o di vincenti con il secondo colpo dopo il servizio.

Dettagli poco noti…

Tranne che per un campione esiguo di partite del Match Charting Project, non abbiamo statistiche tipo “percentuale di servizi senza risposta” o “percentuale di punti vinti in massimo due colpi”. I dati a disposizione indicano però che il servizio di Kvitova, sempre difficile da gestire, nel 2011 si è trasformato in uno strumento di grande pressione. Kvitova è nota per il servizio esterno sul lato dei vantaggi con effetto tagliato, lo stesso con cui Rafael Nadal ha salvato milioni di palle break: sfrutta infatti la traiettoria mancina che spinge chi è destrimane molto fuori dal campo in direzione del rovescio.

C’è però un dettaglio che forse è sfuggito ai più. Kvitova serve più ace e vince più punti (% PV) sulla prima quando ricerca il dritto dell’avversaria. La tabella mostra l’esito dei servizi sul lato dei vantaggi, sulla base di più di 150 partite con dati punto per punto raccolti dai volontari del Match Charting Project.

Direzione    Frequenza    % PV    % Ace  
Al centro    32%          71%     18%  
Al corpo     9%           56%     0%  
Esterno      59%          69%     8% 

Kvitova serve esterno molto più spesso, ma guardate la differenza negli ace! Posso capire perché la maggior parte delle volte abbia scelto la soluzione esterna: c’è più margine di errore, e anche una prima (per lei) mediocre in quella direzione difficilmente genera una risposta pericolosa. Siccome però le sue avversarie si sistemano per anticipare la risposta, servendo al centro ha più del doppio della probabilità di fare ace. La dinamica è identica dal lato delle parità.

Direzione    Frequenza    % PV    % Ace  
Al centro    50%          64%     8%  
Al corpo     12%          57%     0%  
Esterno      38%          71%     13% 

In questo caso più servizi sono indirizzati al centro sul rovescio delle destrimane, ma quando serve sul dritto, Kvitova fa più ace e vince complessivamente più punti, e per questa direzione la differenza nella scelta è meno drammatica. È come se tutti quei servizi esterni sul lato dei vantaggi inducano l’avversaria a concentrarsi sul rovescio, e questo si traduce in più spazio per Kvitova per colpire sul dritto.

…e altri ancora

Riprendiamo la parte dei dettagli poco noti. Kvitova è una delle giocatrici moderne più aggressive. Tralasciando la difficoltà di definire “aggressivo” in un modo che vada bene sia per le giocatrici da fondo che per le più forti che in passato facevano servizio e volée, potrebbe essere la più offensiva di sempre. Nel campione citato, la lunghezza media dello scambio è di 3.3 colpi. Solo tre giocatrici con almeno 20 partite nel Match Charting Project hanno scambi così corti: Julia Goerges, sempre a 3.3, poi CoCo Vandeweghe e Aryna Sabalenka a 3.2. Per dare un’idea di quanto sia una tattica estrema giocare punti così rapidi, tra le giocatrici con in media 3.4 colpi si trovano Jelena Ostapenko e Dayana Yastremska.

Ci si potrebbe fermare alla lunghezza dello scambio come validazione dell’aggressività di gioco di Kvitova. Lowell West, che contribuisce al Match Charting Project, è però andato oltre, costruendo una statistica che quantifica la frequenza con cui una giocatrice chiude il punto, chiamata Indice di Offensività. Essere “aggressivi” su un campo da tennis non è necessariamente positivo o negativo, potrebbe voler dire che una giocatrice chiude i punti rapidamente con vincenti o che, in alternativa, commette decine di errori non forzati. Quando Lowell ha scritto la sua analisi, l’attuale gruppo di colpitrici con violenza come Sabalenka e Yastremska non era ancora apparso sulla scena. Nel 2015, Kvitova dominava su tutte e il grafico dell’immagine 1 conferma quanto fosse unica.

IMMAGINE 1 – Indice di Offensività al Servizio e alla Risposta

Gioco offensivo femminile_1 - settesei.it

A prescindere dai game al servizio o alla risposta, Kvitova terminava i punti molto più velocemente di qualsiasi altra grande del circuito. Va detto che Goerges l’avrebbe potuta affiancare nell’angolo estremo di destra del grafico, ma non c’erano partite a sufficienza su di lei. Kvitova mirava alle righe e chiudeva i punti in velocità dal momento in cui ha fatto ingresso nel circuito maggiore. Qui siamo però in un’altra categoria, in cui sembra che abbia adottato strategie più estreme nelle prime stagioni. Nelle sue tre partite del database da Wimbledon 2010, gli scambi avevano in media 3.3 colpi. Nelle tre partite finali per la vittoria a Wimbledon 2014, quel numero era sceso del 10% a 3 colpi per scambio.

Alti e bassi di una carriera influente

In massima sintesi, la strada di Kvitova è stata costellata da molti alti e molti bassi. A dicembre 2016 ha evitato per un soffio un infortunio che poteva costarle la carriera, quando ha subìto un’aggressione in casa, recuperando poi però in tempo per il Roland Garros 2017. Altri intoppi di salute impallidiscono al confronto, ma ha avuto la sua dose di esperienze negative, da caviglie fragili alla mononucleosi. Il rendimento però è stato incredibilmente stabile: tra la seconda e terza finale Slam (agli Australian Open 2019) sono trascorsi cinque anni, ma ha vinto almeno un torneo in ogni stagione dal 2011 al 2019, e molteplici tornei in tutte tranne una, senza dimenticare un bronzo Olimpico a Rio 2016 più 30 sfide di Fed Cup, con cui la Repubblica Ceca ha vinto ben sei campionati!

Anche con risultati meno brillanti — nel 2020 ha ottenuto solo due finali e nel 2022 ha vinto 27 partite perdendone 19 (dato aggiornato al momento della traduzione, n.d.t.), con una finale a Eastbourne (vinta) e una a Cincinnati (persa) — è comunque tra le migliori del mondo. All’inzio del 2020 è uscita dalle prime 10, ma alla sesta partita con quella classifica ha battuto un’altra numero 1, Ashleigh Barty. Al secondo turno di Dubai ha sconfitto Sabalenka, testa di serie numero 2. Non sorprende che la lunghezza media degli scambi in quella partita sia stata molto inferiore a tre colpi.

Raramente Kvitova riceve lodi da figura influente nella storia moderna del tennis. Non si è mai spinta fino al numero 1 della classifica e, per quanto il servizio sia dominante, non ci sono molte giocatrici così alte (182 cm) a seguirne le orme. Eppure la lista di peculiarità di Kvitova — servizio bomba, risposte aggressive, strategie da “o la va o la spacca”, risultati scostanti — è rappresentativa di un numero sempre maggiore di giocatrici, anno dopo anno. L’attuale corrente di giovani stelle è cresciuta ammirando Kvitova a Wimbledon e, chiaramente, prendendo nota. ◼︎

The Tennis 128: No. 105, Petra Kvitova

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