Pubblicato il 14 marzo 2021 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati
// Tipicamente, gli scontri diretti nel tennis arrivano a piccole dosi. Tra sistema di assegnazione di teste di serie ed eliminazione diretta, molti dei professionisti non hanno giocato uno contro l’altro che per più di qualche volta. In alcuni casi, non è mai accaduto. Eppure, mi sorprendo sempre quando vedo rari scontri diretti tra giocatori sul circuito ormai da diverse stagioni. È una reazione giustificata? È possibile stabilire con esattezza quanto più spesso alcuni scontri diretti si sarebbero dovuti verificare?
Se vi è mai capitato di fare pronostici nel tennis, dovete aver per forza pensato agli scontri diretti. È un tema che ricorre spesso nelle parole dei commentatori ed è probabilmente la prima domanda che farebbero di fronte a un modello predittivo, cioè appunto se gli scontri diretti sono stati presi in considerazione. A mio avviso, gli scontri diretti hanno sempre avuto attenzione sproporzionata alla qualità informativa loro associata. Se in un qualsiasi momento si considerano ad esempio giocatori con una valutazione Elo di almeno 1800, in media i loro scontri diretti sono 0.6. Prendendo quindi due giocatori di vertice a caso, è molto probabile che non abbiano mai giocato contro.
Chi guarda ai più di 50 scontri diretti tra i Grandi Tre e pensa che sia un’indicazione di come vanno le cose nel tennis, non si rende conto che è esattamente l’opposto. Ce lo ha ricordato il rientro di Roger Federer al torneo di Doha dopo 13 mesi di inattività. Superato il turno di misura contro Daniel Evans (tre scontri diretti prima della partita), Federer ha giocato contro Nikoloz Basilashvili, per la seconda volta in carriera. Considerato che insieme arrivano a 32 anni di professionismo, mi è sembrato un numero stranamente molto basso.
È proprio così?
Come possiamo determinare il tipico valore di uno scontro diretto tra due giocatori, quali sono cioè i fattori che potrebbero avere un valore predittivo a questo proposito? I giocatori che arrivano in fondo a un torneo rendono più probabile uno sconto diretto, quindi si può pensare che un elemento chiave sia la bravura dei due giocatori. E aver trascorso più anni sul circuito maggiore, con più tornei giocati, aumenta l’opportunità di un conteggio finale più alto per un qualsiasi scontro diretto.
Bravura è anzianità di gioco spiegano il conteggio degli scontri diretti? Ho raccolto gli scontri diretti cumulativi a fine anno di tutti i giocatori con valutazione Elo di almeno 1800 punti (un limite minimo ragionevole per definire di vertice un giocatore) dal 2003 a oggi. Utilizzando queste due variabili come misurazione da un lato della bravura totale (le valutazioni complessive), dall’altro dell’anzianità da professionisti (il numero complessivo di partite giocate), l’Immagine 1 riassume i risultati a cui sono arrivata.
IMMAGINE 1 – Scontri diretti per giocatore in funzione delle valutazioni complessive e del numero totale di partite giocate in carriera, dal 2003 a oggi
È una curva a forma di rampa, con gli scontri diretti superiori a 10 che si pongono all’estremo rispetto alla massa costituita da quelli con poche partite. Ma quando sono più frequenti, sembra che coinvolgano i giocatori con maggiore esperienza sul circuito e con le valutazioni più alte. È abbastanza probabile che due giocatori non si incontrino mai, o solo una volta, ma vale meno per i più forti che sono professionisti da più anni.
Non più di uno scontro diretto
Considerando la natura non lineare delle relazioni del grafico, per il conteggio degli scontri diretti utilizzo un modello additivo generalizzato con funzione liscia a due variabili date dal log della bravura e dal log dell’anzianità. Sia Y il valore cumulativo degli scontri diretti tra due giocatori in una qualsiasi stagione, il conteggio atteso (A) è dato da:
log(A[Y])=μ+f(log_bravura,log_anzianità;θ)
con Y∼Poisson(A[Y]). F(.) è la funzione liscia che permette di catturare dinamiche non lineari che meglio descrivono la relazione tra bravura o anzianità e conteggio degli scontri diretti. La mappa di calore dell’Immagine 2 riassume i risultati ottenuti applicando questo modello. Si osserva il conteggio atteso degli scontri diretti in funzione della bravura complessiva e del numero totale di partite giocate. Dovrebbe colpire immediatamente l’ampia area della mappa con tipologie di giocatori da non più di uno scontro diretto. Anche un conteggio di 5 scontri diretti sarebbe troppo ridotto per dare indicazioni statistiche di rilievo, eppure servirebbero giocatori con almeno 1600 partite giocate e una valutazione Elo superiore a 4000 punti (in entrambi i casi nella zona più alta del 25esimo percentile di queste variabili, all’interno dei possibili scontri diretti) anche solo per pensare di ricavare un andamento storico tra giocatori.
IMMAGINE 2 – Scontri diretti attesi per il singolare maschile in funzione della bravura complessiva e del numero di partite giocate
Nella loro partita a Doha, Federer e Basilashvili avevano una valutazione complessiva di 4400 e più di 1700 partite giocate in totale, che farebbe ipotizzare un conteggio di scontri diretti più vicino a 6 che a 1. Con a disposizione un modello per gli scontri diretti attesi, è più facile ricercare quelli che sono ben al di sotto delle aspettative, come ad esempio gli accoppiamenti per i quali stranamente non ci sono ancora stati scontri diretti. La tabella dell’Immagine 3 mostra i dieci di più sorprendenti di questa categoria. C’è un membro dei Grandi Tre in ognuno di essi, perché la lunga carriera e l’alta valutazione suggeriscono che sono arrivati a un punto in cui avrebbero dovuto incontrare praticamente qualsiasi giocatore di buon livello. Però Novak Djokovic deve ancora giocare contro Andrey Rublev, come Dustin Brown contro Federer. È interessante come Ricardas Berankins è riuscito a evitare di giocare sia contro Federer che contro Rafael Nadal. Ci si aspetterebbe che un professionista del suo talento ed esperienza abbia giocato contro entrambi almeno 3 o 4 volte.
IMMAGINE 3 – I dieci più sorprendenti accoppiamenti attualmente senza scontri diretti
Quali conclusioni?
Anche con un semplice modello di analisi degli scontri diretti si riescono a trovare conclusioni degne di nota. In primo luogo, integrare gli scontri diretti al fine di fare pronostici è un problema statistico nel tennis molto complesso, visto che la maggior parte di essi non supera il singolo incontro. Inoltre, la mancanza di scontri diretti in gran numero tra due giocatori mette in discussione la convinzione che un confronto di stili o di modalità di gioco “che non si accostano bene” è esagerata o basata su sensazioni che non sono facilmente dimostrabili. Infine, le poche vere rivalità tra giocatori inducono a riflettere sulla funzionalità dell’eliminazione diretta per i tornei più importanti, nell’ottica di generazione di seguito anche tra gli appassionati meno incalliti. Se sono infatti le rivalità individuali a catturare l’attenzione, non si dovrebbero cercare modi per aumentare gli scontri diretti tra giocatori?
L’idea di ponderare il sorteggio per l’inverso del conteggio degli scontri diretti dovrebbe essere la meno radicale. Scelte più aggressive potrebbero vedere un maggiore utilizzo di fasi a gironi con partite con formato più breve per permettere più incontri, mantenendo l’attuale quantità di gioco prevista. Se implementata con raziocinio, una struttura di questo tipo non solo farebbe aumentare il numero degli scontri diretti, ma renderebbe più probabile il passaggio del turno da parte dei giocatori più in forma. Ho qualche riserva sul prendere le Finali di stagione come riferimento ma, anche tralasciando gli effetti legati alla conclusione stagionale del calendario, variazioni sul tema meriterebbero di essere approfondite. ◼︎