Pubblicato il 29 gennaio 2024 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Non lasciatevi ingannare dalla quasi vittoria di Daniil Medvedev agli Australian Open 2024: ora come ora, è Jannik Sinner il più forte giocatore del mondo. E come per la finale a Melbourne, la differenza è minima, ma potrebbe non rimanere tale a lungo.
In un precedente articolo, ho fatto riferimento al “club più esclusivo” del tennis. Da quando nel 1991 l’ATP ha iniziato a tenere questo tipo di statistiche, solo Andre Agassi e Novak Djokovic hanno finito una stagione tra i primi 3 sia per percentuale di servizi vinti che per percentuale di break ottenuti (Agassi c’è riuscito due volte). Beh, nelle ultime 52 settimane, Sinner è secondo per percentuale di servizi vinti, alle spalle di Hubert Hurkacz, ed è terzo per percentuale di break, preceduto solo da Medvedev e Carlos Alcaraz. Non essendo un anno intero di calendario non possiamo inserirlo ufficialmente nell’elenco, ma è chiaro che sta giocando bene in entrambi i lati del campo come nessun altro, se si escludono due dei più grandi di sempre. E poi, sul cemento, Sinner fa meglio anche di Hurkacz, perché solo lui tiene il servizio così spesso, cioè l’89.9% delle volte. Ma non finisce qui. Su X, Alex Gruskin ha sottolineato come da Wimbledon 2023, Sinner vince il servizio il 91.1%, a un niente dal 91.8% in carriera di John Isner, che è entrato nei primi 10 con un servizio mostruoso ma una risposta di cui solo una madre potrebbe vantarsi. Sinner invece mette insieme un servizio assolutamente dominante con una risposta tra le migliori del circuito. Vi siete mai chiesti cosa avrebbe fatto Isner con una risposta di livello? Ora lo sapete…
Far partire il conteggio da Wimbledon può sollevare dubbi (è fatto apposta in modo da avere il numero più alto?), ma è un modo intelligente per dividere le sue statistiche. A giugno, poco prima del torneo, Sinner ha introdotto un nuovo e più semplice movimento del servizio. Se la differenza non è straordinaria — quasi due km/h in più di velocità, quattro centimetri più vicino alla riga e un aumento di 0.7 punti percentuali nelle prime di servizio valide — il risultato è devastante. Ha sempre avuto un ottimo servizio, forse servivano pochi piccoli aggiustamenti per renderlo eccellente.
Come vince?
Cerchiamo di capirlo. Nelle ultime 52 settimane, Sinner è quinto per numero di punti vinti al servizio, con il 68.3% (perché non primo o secondo, in linea con la sua percentuale di servizi vinti? Ci torniamo a breve). Eppure, nonostante il paragone con Isner, si deve guadagnare il servizio più duramente. Serve un ace solo l’8.4% delle volte, che equivale alla media dei primi 50 del circuito, inferiore anche a Djokovic. Nemmeno i servizi senza risposta sono la soluzione all’interrogativo. Alcuni giocatori vincono più punti immediati con il servizio rispetto al conteggio degli ace. Stefanos Tsitsipas ad esempio non è molto in alto come numero di ace, chiudendo il punto diretto con la battuta solo il 9% delle volte, ma diventa un giocatore formidabile se si considera quanti dei suoi servizi non tornano indietro, quasi un terzo nel suo caso. La frequenza del 29.6% di Sinner è superiore alla media, ma non di certo materiale da record. Giusto per dare un’idea, subito dopo segue Frances Tiafoe.
Cosa si può dire del servizio più uno? il servizio di Sinner è potente ma, relativamente parlando, i suoi colpi lo sono ancora di più. È possibile quindi spiegare la sua forza al servizio con la frequenza con cui chiude il punto con il secondo colpo? Ancora no! Vince infatti il 40% dei punti al servizio nel terzo colpo dello scambio. Si tratta anche qui di un risultato importante, simile a quello di Djokovic e Alcaraz. Di contro, è in quella zona anche Jiri Lehecka, e Tiafoe è pure meglio. Se il punto raggiunge il quarto o quinto colpo, specialmente se è sulla seconda di servizio, vincerlo diventa più una questione di superiorità nello scambio che di fare leva su qualsiasi vantaggio che il servizio può aver dato. Se il giocatore alla risposta arriva a giocare il quarto colpo, ha una probabilità del 52% di vincere il punto. Pur mantenendo qualche facile colpo di chiusura, con l’allungarsi dello scambio le opportunità si riducono anche per chi ha un servizio bomba. In questo caso vincere il punto richiede abilità diverse, che Sinner, a differenza di molti grandi servitori, ha in abbondanza. Sinner dunque possiede l’intero repertorio tennistico pur senza che un singolo talento emerga come il servizio per Inser. Serve forte abbastanza da raccogliere fino al 40% di punti con il primo o secondo colpo. Se si va oltre, probabilmente ha un vantaggio sulla maggior parte degli avversari vista la pesantezza dei suoi colpi. Forse è indietro rispetto a Medvedev o Alcaraz quando lo scambio diventa infinito, ma chi degli altri può surclassarlo?
Tanti, ma non tutti, fanno benissimo in alcune fasi dei game al servizio. Il grafico dell’immagine 1 mostra lo sviluppo tipico dei punti al servizio attraverso la probabilità di vittoria del punto di chi serve a ogni colpo successivo dello scambio. Sulla base delle partite del Match Charting Project dal 2021, chi è al servizio vince il 64.2% dei punti, valore che sale al 66.5% con una battuta in campo, ma che scende al 52.5% se c’è una risposta. Qualche colpo dopo, il vantaggio di chi serve se n’è praticamente andato: al settimo colpo dello scambio, la probabilità di vittoria del punto è del 57.4%, ma se chi è alla risposta gioca l’ottavo colpo, si scende al 45%. Le curve identificano la progressione, con anche il profilo di Hurkacz, in modo da valutare l’andamento rispetto al tipico grande servitore.
IMMAGINE 1 – Punti vinti al servizio rispetto alla lunghezza dello scambio
Anche se la differenza tra Hurkacz e la media del circuito è minima, ci si fa un’idea di come vanno le cose: all’inizio dello scambio, chi domina con il servizio porta a casa il punto ma più lo scambio avanza, più la curva scende sotto la media. Vediamo ora lo stesso grafico con anche i risultati di Sinner dal 2021 a oggi.
IMMAGINE 2 – Punti vinti al servizio rispetto alla lunghezza dello scambio, con Sinner
Sinner non parte così in alto come Hurkacz, ma fa un po’ meglio della media e, cosa importante, non scende mai sotto. Anzi, più lo scambio si allunga, più va sopra. Spero che siate ancora collegati perché vale la pena proseguire nella lettura. Ecco lo stesso grafico in cui invece della media di Sinner negli ultimi tre e passa anni, abbiamo il suo rendimento dall’inizio del 2023.
IMMAGINE 3 – Punti vinti al servizio rispetto alla lunghezza dello scambio, con Super-Sinner
Quando parte il punto, Sinner è quasi uguale a Hurkacz. Poi però prende il controllo. C’è un divario sorprendente quasi subito, dal secondo colpo in avanti, a indicare che non fa molti errori con la sequenza servizio più uno, pur non chiudendo sempre lo scambio in quel modo. A prescindere dalla durata, Sinner fa meglio della media in quella particolare situazione. È molto complicato se non impossibile nel tennis essere bravi in tutto. Si può costruire una carriera redditizia anche solo stando vicino alla media nella maggior parte delle categorie e avere una o due armi non convenzionali. Ci stiamo rendendo conto che Sinner non è solo bravo in tutto, ma sta diventando un fenomeno assoluto.
Palle break
Ora sappiamo perché Sinner è cosi vincente al servizio. Dobbiamo risolvere però un altro mistero di cui ho accennato: nelle ultime 52 settimane, è quinto per punti vinti al servizio, al centro di un trio ravvicinato con Nicolas Jarry e Taylor Fritz, preceduto da Hurkacz, Tsitsipas e Djokovic di circa un punto percentuale. Però se la gioca con Hurkacz per il vertice di una categoria strettamente collegata ma con conseguenze più significative, cioè la percentuale di game vinti al servizio.
Classifica Giocatore Servizi tenuti Punti vinti servizio Hubert Hurkacz 1 89.1% 1 69.6% Jannik Sinner 2 88.8% 5 68.3% Stefanos Tsitsipas 3 88.4% 2 69.5% Novak Djokovic 4 87.6% 3 69.4% Nicolas Jarry 5 87.1% 4 68.4% Alexander Zverev 6 86.1% 7 67.4% Taylor Fritz 7 86.0% 6 68.2% Christopher Eubanks 8 85.8% 8 67.1% Carlos Alcaraz 9 85.7% 10 67.0% Tallon Griekspoor 10 85.1% 12 66.7%
Sono due elenchi quasi uguali se non per la posizione di Sinner: vince punti con più o meno la stessa frequenza di Jarry e Fritz, però tiene il servizio più spesso di entrambi. Non si tratta del più arcigno dei misteri: non tutti i punti infatti hanno la stessa importanza, e vincendone di più si tenderà a battere chi ne vince di meno. Sinner lo sa bene, dopo aver prevalso un po’ a sorpresa su Djokovic nelle Finali di stagione pur ottenendo un identico numero di punti, e averlo sconfitto nuovamente in Coppa Davis con 89 punti contro 93. Con Medvedev agli Australian Open è bastato solo un punto in più, 142 a 141. Sinner vince questo tipo di partite salvando palle break con notevole frequenza. Se da un lato vince il 68.3% dei punti al servizio complessivi, dall’altro riesce a salvare il 71.7% delle palle break, tra cui 36 su 40 in Australia. Nessuno sul circuito fa meglio del 69%, e Hurkacz è al 65%. In media, tra i primi 50 le palle break salvate sono due punti percentuali in meno del tipico punto vinto al servizio (63.5% contro 65.5%) in larga parte perché giocatori più forti alla risposta generano più situazioni di break.
Ci si domanda: è un ritmo sostenibile? I dati dell’ATP dicono che Sinner serve più veloce sulle palle break, con prime in media a 201 km/h contro i 196 km/h degli altri punti. Sembra stia funzionando, ma non può ridursi banalmente a questo, non è certamente il primo giocatore a pensare di tirare semplicemente più forte e, inoltre, è spesso una strategia costosa. Continuerà quindi a servire più potente a sufficienza da giustificarne il costo-opportunità? Non sono in grado di rispondere, ma posso dire cosa succede dopo una stagione in cui si salvano più palle break del solito: non dura. Analizzando 2600 stagioni-giocatore dal 1991, 582 giocatori (il 21.7%) hanno salvato più palle break di quanti punti abbiano vinto complessivamente al servizio; 183 (il 6.8%) hanno ottenuto una frequenza maggiore di due punti percentuali di quella dei punti vinti al servizio, come nel caso di Sinner. Di questi 183, solo in undici si sono ripetuti l’anno successivo, mai avendo in dotazione un servizio bomba, e nessuno ci è riuscito per tre anni di fila. La media dell’anno successivo di questo sottoinsieme è stata di 1.5 punti percentuali di palle break salvate in meno rispetto alla frequenza di punti vinti al servizio, appena meglio della media del circuito. A meno che Sinner non abbia trovato qualche ingrediente segreto — e con Darren Cahill nel suo angolo, non lo escludo del tutto — probabilmente lo aspetta quel destino. In più di trent’anni, solo 23 giocatori hanno salvato almeno il 71.7% delle palle break in una stagione intera. Anche lui dovrebbe ritornare a una percentuale di servizi vinti più plausibile, intorno all’86-87%. Fortunatamente, è comunque ancora un livello di prestazione eccezionale.
A ventidue anni, Sinner serve come Jarry o Fritz, raccogliendo però tanti punti alla risposta quanti Djokovic. Anche togliendo la magia sulle palle break, resta uno dei favoriti in ogni Slam. Sinner insegue al numero 4 della classifica ufficiale, ma da oggi è al primo posto del sistema Elo. Più presto che tardi, le due posizioni convergeranno, e non sarà perché è scesa la seconda. ◼︎