Pubblicato il 30 marzo 2023 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// È quello che Jim Courier ritiene dovrebbe fare:
In realtà, tra gli attuali primi 50 del mondo esiste una correlazione negativa tra l’altezza e la percentuale di prime, vale a dire che, a parità di condizioni, i più alti mettono qualche prima in meno, anche se questo non è in diretta contraddizione con quanto affermato da Courier. Ci sono molti temi di approfondimento nella sue parole, ma concentriamoci sulla domanda del titolo.
Nelle 52 settimane precedenti il Miami Masters in corso, Jannik Sinner ha servito il 57.3% di prime in campo, la percentuale più bassa tra gli attuali primi 50, e ben al di sotto della loro media del 63%. Quando serve una prima valida, Sinner vince il 74.7% dei punti — leggermente meglio della media — mentre vince il 54.7% dei punti sulla seconda. Complessivamente, riesce a vincere il 66.2% dei punti al servizio, anche in questo caso un po’ sopra la media dei primi 50.
Forse Courier voleva dire che Sinner ha bisogno di una prima più affidabile, e non di una prima meno potente. Ipotizziamo quindi che continuerà a vincere il 75% dei punti sulla prima, solo con più prime in campo. Se Sinner servisse il 65% di prime invece che il 57.3% e se la frequenza di punti vinti sulla prima e sulla seconda rimanesse invariata, migliorerebbe la percentuale di punti vinti dal 66.2% al 67.7%. Questo si traduce in un aumento di servizi tenuti dall’84.9% all’87.1% (al momento Sinner vince l’83.9% dei servizi, quindi è possibile che sia un po’ sfortunato).
Un punto percentuale e mezzo in più: quanto conta veramente?
Per prima cosa, farebbe migliorare la posizione di Sinner tra i 50 migliori al servizio dalla numero 24 alla numero 11. Al momento, la frequenza di punti vinti al servizio da Sinner è simile a quella di Frances Tiafoe e Roberto Bautista Agut. Con un 1.5% in più, entrerebbe in un gruppo di tutt’altra fattura, con giocatori come Felix Auger-Aliassime e Taylor Fritz. Possiamo anche affrontare la questione con il mio metodo di conversione di punti in posizioni classifica. Come regola del pollice indicativa, vincere un punto in più su mille si tramuta nel guadagno di una posizione in classifica. Al vertice assoluto della classifica non è una relazione sempre valida, perché il punteggio che separa i giocatori è sufficientemente ampio. Ma quando ho introdotto il meccanismo di calcolo nel 2017, la relazione tra giocatori classificati dalla posizione 2 alla 10 era tale per cui, sempre con approssimazione, due punti per mille in più facevano guadagnare una posizione.
Ma torniamo a Sinner
Vincendo l’1.5% di punti in più, avrebbe un incremento complessivo dello 0.75% (ipotizzando un’efficienza alla risposta inalterata). Arrotondiamo a 0.8%, cioè otto punti ogni mille. Stando alla versione per i primi 10 della mia regola, sono quattro posti nella classifica ufficiale. Sinner è all’undicesimo posto ATP ma, dopo aver raggiunto la semifinale a Miami, al nono della classifica istantanea. Se vince il torneo, potrebbe tornare in Europa anche da numero 6 del mondo. Da qualsiasi di queste posizioni, un balzo di quattro posti sarebbe ovviamente significativo.
Sinner però potrebbe fare ancora meglio. Nelle mie valutazioni Elo è quarto dietro solo a Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, e Daniil Medvedev. Se la relazione tra punti per mille e posizioni in classifica può non essere così granitica per chi è al vertice, Elo dà già evidenza di quanto Sinner sia un giocatore d’élite. Aggiungiamo sette o otto punti per mille vinti in più, e se non è il numero 1 siamo comunque in zona.
Certo, nessun giocatore deve migliorare ancora più velocemente di lui. Sinner infatti non è il solo con una frequenza del 66.2% di punti vinti. Alcaraz ad esempio è arrivato a Miami con la medesima percentuale. Sinner ha più margine di manovra sulla prima di servizio di qualsiasi altro dei più forti, i quali però non rimarranno certamente a guardare. ◼︎
