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I 23 Slam di Serena contro i 24 di Margaret

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Pubblicato il 7 febbraio 2021 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// È dal 2017 che Serena Williams è ferma a quota 23 Slam, ad appena uno dai 24 di Margaret Court. Il confronto tra Williams e Court costringe a pensare tra epoche nello stesso modo in cui lo si farebbe con quello tra Roger Federer e Rod Laver, con la complicazione ulteriore data dal fatto che Court è riuscita ad attrarre le critiche di molti appassionati e colleghi.

Tralasciando le questioni non puramente tennistiche, vediamo se è possibile risolvere il dilemma. Le ragioni a favore di Court sono presto dette: 24 è più grande di 23, e la valutazione tra giocatrici deve riferirsi all’epoca in cui hanno giocato. C’è immediatezza anche nella posizione a favore di Williams: 11 dei 24 titoli di Court arrivano dall’Australia, prima che Melbourne diventasse tappa obbligatoria del circuito. A prescindere dall’epoca, il torneo di casa per Court era più debole rispetto agli Australian Open.

Per quanto possibile, cercherò di mantenere valido l’assunto del “relativo a quell’epoca”, che sembra accettato da tutti nel paragone tra Laver e Federer. Inoltre, se togliamo quel vincolo, l’analisi non ha più senso. È ovvio che, con l’evoluzione tecnologica, di preparazione fisica e di tattica, i giocatori di oggi sono più forti. Non è però quello di cui si parla nel dibattito tra Williams e Court o Laver e Federer.

Qualcuno forse ricorda che ho già affrontato l’argomento in passato. In quel caso, avevo dovuto eccedere in approssimazione per assenza di dati sul tennis femminile prima dell’era Open. E forse ricorda anche che negli ultimi mesi c’è stato un considerevole miglioramento informativo: su Tennis Abstract e alla relativa pagina GitHub si trovano ora migliaia di risultati di partite anche fino a metà degli anni ’50.

Le dimensioni dell’Australia

Voglio essere chiaro: non sto cercando di stabilire chi tra Court o Williams (o qualche altra) è la giocatrice migliore di sempre. È un tema molto più ampio del numero di Slam vinti. La domanda di oggi invece è: quanto valgono i 23 Slam di Williams rispetto ai 24 di Court? Semplificando ulteriormente: quanto valgono gli 11 Slam vinti da Court in Australia rispetto a tutti gli altri Slam, del passato e attuali? Le prove a disposizione non depongono a favore di Court. Come ho detto in uno dei miei podcast, gli Australian Championships 1960 — il primo Slam di Court — avevano un tabellone di 32 giocatrici (cartellino giallo), e 30 di loro erano australiane (secondo cartellino ed espulsione). Vero, era un’epoca molto competitiva per il tennis femminile australiano, specialmente di li a qualche anno, ma non si trattava di certo di un torneo di caratura internazionale, e quindi difficile considerarlo uno dei quattro tornei più importanti dell’anno, al pari degli Slam odierni.

Più di una volta ho inserito la “correzione Slam” nelle mie analisi, in particolare per valutare la difficoltà degli Slam vinti da Novak Djokovic, Rafael Nadal e Federer. La metodologia di base è semplice. Per ogni torneo, si prende il tabellone del vincitore e, per ogni partita, si calcola la probabilità che, in media, un vincitore Slam su quella superficie batta quel gruppo di avversari (per determinare la probabilità utilizzo le mie valutazioni Elo, che si basano sui risultati ottenuti fino a prima dell’inizio del torneo). Si normalizza poi il valore ottenuto — in media circa il 14% tra il 1952 e il 2020 — in modo che il tabellone medio di una vittoria Slam sia 1.0. Tabelloni più difficili hanno valutazione superiore a 1, tabelloni più facili inferiore a 1.

Equalizzazione tra epoche

È un tipo di correttivo che ci porta lontano, ma non affronta direttamente la problematica del “relativo a quell’epoca”. In generale, negli anni ‘60 il campo partecipanti era molto più a senso unico di quanto non lo sia ora. Una manipolo di giocatrici fortissime si faceva strada tra comparse che a malapena vincevano più di un game per set. È già un elemento a favore di Williams (e delle giocatrici moderne) anche se, nello spirito del confronto tra Laver e Federer, non è quello di cui ci stiamo occupando.

Il modo più semplice per esprimere l’idea di equivalenza tra epoche è di utilizzare come standard di riferimento le edizioni del torneo di Wimbledon, quello che tutte hanno sempre voluto giocare e che quasi tutte hanno poi effettivamente giocato. Onde evitare fluttuazioni anno per anno dovute a infortuni di breve durata, rendo il confronto più solido considerando la difficoltà del tabellone di ciascun anno in Australia rispetto a quello di Wimbledon e degli Stati Uniti (US Open dopo il 1969) di quella stagione.

Ad esempio, la mia correzione Slam ritiene che il 1960 fu un anno particolarmente duro. La vittoria di Maria Bueno a Wimbledon fu più difficile di un tabellone Slam medio del 40%, e il titolo negli Stati Uniti di Darlene Hard più difficile del 30%. La vittoria di Court agli Australian Championship (Australian Open dopo il 1969) fu invece in media. Se ne paragoniamo il valore di 1.0 alla media tra Wimbledon e gli Stati Uniti ( (1.4 + 1.3) / 2 = 1.35), otteniamo che il primo Slam di Court, relativo a quell’epoca, è di:

1 / 1.35 = 0.75

Un torneo quasi di sole giocatrici australiane non fu così facile come si è indotti a credere, ma fu certamente più facile dei due eventi principali di quell’anno. L’immagine 1 mostra l’evoluzione della difficoltà del tabellone in Australia nel confronto con gli Slam sull’erba e sul cemento dal 1952.

IMMAGINE 1 – Difficoltà Australia rispetto a Wimbledon e Stati Uniti

Ad eccezione del 1965, in cui andarono in Australia Bueno, Billie Jean King e altre stelle internazionali rendendo il torneo molto più competitivo, gli Australian Championships furono un socio di secondo livello del club degli Slam fino a circa il 1980. C’è stata poi una serie di edizioni meno rilevanti, in parte per assenza di giocatrici per infortunio, in parte per molte favorite uscite nei primi turni, lasciando alle vincitrici un percorso più abbordabile.

Le vittorie Slam in singolare femminile

Court ha vinto in Australia 11 volte. Con questo indice di difficoltà relativa, sono titoli valsi il 62% degli altri Slam di quell’anno. La difficoltà dei singoli titoli varia dal valore più basso di 0.29 nel 1961, in assenza di giocatrici internazionali di vertice, al più alto di 1.02 nel 1965, con un campo partecipanti colmo di stelle.

Williams ha vinto gli Australian Open 7 volte. C’è la tentazione di lasciare quel “7” inalterato, perché ormai Melbourne è immancabile e praticamente tutte le giocatrici lo considerano tra gli obiettivi della stagione. Dobbiamo però applicare alle vittorie di Williams lo stesso trattamento. Per quante differenze ci siano tra epoche, alcuni aspetti rimangono identici, come il cambio di fuso orario e la difficoltà ad esprimere la massima competitività a poche settimane dall’inizio della stagione.

In media, i titoli di Williams sono valsi l’88% degli altri Slam di quell’anno. Il più facile è stato l’ultimo nel 2017, in cui così tante delle più forti sono state eliminate che non ha mai dovuto giocare contro una delle prime 8. Gli 11 titoli di Court quindi equivalgono a circa 7 Slam non australiani, una penalità di quattro Slam. Di converso, i 7 di Williams equivalgono a circa 6 Slam non australiani, una penalità di uno Slam. Il conteggio finale aggiustato? Williams 22, Court 20.

Court è stata una delle giocatrici più forti di sempre, ma la sua posizione nell’elenco delle plurivincitrici di Slam in singolare dipende eccessivamente dalla variazione di importanza associata al torneo di casa. Una volta riconosciuto il ruolo di Slam minore per almeno un decennio, l’attribuzione di regina a Court non è più sostenibile. Williams potrà comunque riuscire a vincere il numero 24, ma non dovrebbe servirle per risolvere la diatriba, che ha già trovato soluzione. ◼︎

Serena’s 23 vs Margaret’s 24

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