Il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

Probabilmente il più grande archivio italiano di analisi statistiche sul tennis professionistico. Parte di Tennis Abstract

Il servizio ai tempi degli stadi vuoti

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Pubblicato il 26 gennaio 2021 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// La pandemia offre una pletora di esperimenti naturali. Vi siete mai chiesti come la presenza del pubblico incida sui giocatori? Prima di marzo scorso, ci si poteva lanciare praticamente solo in congetture, perché quasi sempre c’era qualcuno sugli spalti. Per garantire di continuare a giocare, sono stati fatti diversi compromessi su entrambi i circuiti, fornendo una ricchezza di dati da ogni tipo di scenario: con o senza i giudici di linea, con o senza la consegna dell’asciugamano e, ovviamente, con e senza gli spettatori.

Il caso più simile a un esperimento naturale puro relativo all’effetto del pubblico sui giocatori è quello degli US Open 2020. È un torneo generalmente pieno nella maggior parte dei campi, ma nel 2020, fatta eccezione per gli accompagnatori e il personale di supporto, le sedie erano vuote. Rimangono comunque molte variabili che generano confusione, come la citata mancanza di giudici di linea (su quasi tutti i campi), l’asciugamano che i giocatori dovevano prendersi da soli e, aspetto da non sottovalutare, una preparazione alla pressione della partita meno accurata della norma. Non è quindi un esperimento naturale perfetto, le cui condizioni sono sempre più rare da replicare, ma è meglio di quanto il tennis solitamente presenta.

Cosa dovremmo aspettarci dall’assenza di spettatori?

Un’idea arriva da Ben Cohen e Joshua Robinson, che in agosto hanno visto che, senza tifosi intorno, nel basket e nel calcio i giocatori avevano percentuali di tiro più precise:

“I giocatori NBA segnano tiri liberi con percentuali più alte e mettono tiri da tre punti dall’angolo con una frequenza mai vista prima. I calciatori sono più precisi sui calci piazzati di quanto non lo fossero prima della pandemia. Sembra proprio che, mancando la distrazione generata dal tifo, un aspetto del loro gioco sia migliorato: il tiro.”

Possiamo già supporre che per il tennis non ci sarà un rapporto di causa-effetto così evidente. In primo luogo, il tifo nel tennis non ha mai disturbato il gioco. In secondo luogo, tutto nel tennis è un compromesso: se un giocatore serve con più precisione, sarà tentato di provare ad aumentare la velocità o mirare più vicino agli angoli. L’effetto “accuratezza” quindi non si manifesterà come accuratezza in sé, ma come aumento della velocità o come una combinazione di varie misure. Ma non perdiamoci d’animo, e vediamo cosa dicono i numeri.

Gli US Open ora e allora

Per quantificare un effetto da stadio vuoto, analizziamo quattro statistiche: percentuale di prime valide, percentuale di doppi falli per numero di seconde (il contrario delle seconde valide), percentuale di punti vinti sulla prima, e velocità media della prima.

Per ciascuna statistica, ho calcolato le medie per gli uomini e per le donne per il tabellone di singolare degli US Open 2019 e 2020, corrette per giocatore (utilizzando i dati disponibili dal mio database GitHub punto per punto negli Slam). Ho ristretto l’analisi a quei giocatori presenti in entrambe le edizioni e ponderato l’effetto su ciascuno di essi in funzione dell’anno in cui hanno giocato meno. Quindi, un giocatore che ha servito 300 punti nel 2019 e 100 punti nel 2020 ha avuto una ponderazione di 100 punti per il calcolo di entrambi gli anni; un giocatore che ha servito 250 punti nelle due edizioni ne ha avuta una di 250 punti per entrambe. Si è così tenuta in considerazione la diversa combinazione di giocatori (e quanto ciascun giocatore è rimasto in campo) nelle due edizioni successive, che avrebbe potuto alterare i numeri in modo fuorviante.
La tabella riepiloga i risultati:

DONNE          2020   2019   Variazione  
Prima valida   61.8%  61.5%  0.5%  
DF/seconde     13.7%  13.4%  2.0%  
Punti prima    66.4%  62.2%  6.6%  
KM/H prima     158.6  155.2  2.1%  
                                  
UOMINI         2020   2019   Variazione  
Prima valida   61.7%  59.5%  3.7%  
DF/seconde     10.7%  11.3%  -5.4%  
Punti prima    72.9%  71.2%  2.3%  
KM/H prima     186.2  184.8  0.8%

Per quanto riguarda le donne, la precisione non è migliorata: un leggero aumento nella percentuale di prime e una diminuzione più significativa nelle seconde valide. Di contro, hanno vinto molti più punti sulla prima nel 2020 che nel 2019, servendo con 3.4 km/h in più. L’accuratezza va letta in prospettiva, per cui le giocatrici hanno sbagliato più prime, preferendo a quanto pare velocità a precisione. Ed è stata una mossa azzeccata.

Gli uomini invece hanno adottato una tattica differente, almeno in media. Hanno servito più prime e commesso meno doppi falli (nonostante Alexander Zverev), senza però aumentare la velocità della prima come fatto dalle donne. Inoltre, hanno vinto più punti sulla prima, anche se in misura non così macroscopica come in campo femminile.

Inseriti nel contesto

Sulla base di un confronto anno su anno, si potrebbe concludere che giocatori e giocatrici hanno servito meglio con lo stadio vuoto. Il considerevole aumento dei punti vinti con la prima di servizio da parte delle giocatrici suggerisce che ci sono altri fattori rispetto a quelli più facilmente misurabili, come forse il fatto che si sbagliavano prime in media con quella frequenza non solo perché si tirava più forte, ma anche perché si mirava agli angoli. È possibile poi che la ruggine presente alla ripresa abbia condizionato di più alla risposta che al servizio, perché durante il periodo di isolamento era più facile allenarsi sul proprio servizio che trovarsi a rispondere a prime di servizio di altissimo livello.

Un’altra considerazione riguarda le tipiche fluttuazioni da un anno al successivo. Per le donne, i piccoli cambiamenti nelle prime valide e nelle seconde sbagliate sono inferiori a metà della grandezza di variazione anno per anno tra gli US Open 2015 e 2019. Sono numeri che fluttueranno sempre verso l’alto o il basso per molteplici ragioni, tra cui certamente anche il caso fortuito. D’altro canto, l’incremento del 6.6% nella frequenza di punti vinti al servizio dalle donne è abbastanza inusuale. Nei quattro anni considerati, lo scostamento medio da un anno al successivo è stato dell’1.7%. Anche l’aumento della velocità del servizio è insolitamente ampio. Si parla del 2.1% rispetto a un tipico movimento di circa il 0.7%.

Le variazioni nei numeri dei giocatori dal 2019 al 2020 sono meno degne di nota, anche se mostrano una certa suggestione. Stranamente, la percentuale di prime valide genera rumore statistico, con uno scostamento medio del 2.7% da un anno all’altro dal 2015 al 2019, quindi l’incremento del 3.7% da uno stadio pieno a uno vuoto non dimostra granché. Il cambiamento nella frequenza di doppi falli e nella velocità del servizio non è maggiore di quanto lo sia stato in passato.

L’unico “effetto pandemia” almeno un minimo convincente è la percentuale dei punti vinti con la prima. Come visto, gli uomini hanno vinto il 2.3% di punti in più nel 2020 che nel 2019, numero corretto per la combinazione di giocatori di ciascuna edizione. Anche qui, è un aumento grande meno della metà della tipica fluttuazione dell’1.5%. Non si tratta proprio di un argomento schiacciante a favore di un servizio più efficace a seguito della ripresa. Potrebbe essere dovuto solo alla fortuna, o attribuibile a un insieme delle molte variabili di cui ho già parlato.

Il servizio non è come un tiro libero o un calcio piazzato

Siamo di fronte a un tema complesso. Il calciatore che tira un rigore ha un obiettivo preciso, fare goal. Per quanto i giocatori inseguono un simile risultato, cioè la vittoria del punto, l’unico aspetto di uno scambio che sono in grado di controllare interamente è il servizio. Considerata l’interazione tra velocità, precisione e pallina in gioco, non esiste una sola variabile che segnala se un giocatore sta servendo meglio.

Se si cerca di allargare l’analisi al di fuori degli US Open, le cose si complicano ulteriormente. Si potrebbe provare a fare lo stesso per gli anni più recenti al Roland Garros, ma non dimentichiamo che l’edizione 2020 ha ospitato alcuni spettatori paganti. Si può parlare in quel caso di via di mezzo tra stadi vuoti e normalità? È peggio di uno stadio pieno perché singole voci sono più facilmente udibili? È un ibrido perché c’è stato del tifo per i giocatori francesi mentre le altre partite erano vuote? Non ne ho idea.

Quello che è chiaro è che, agli US Open 2020, le giocatrici hanno servito con più velocità del solito, vincendo molti più punti con la prima degli ultimi anni. Gli uomini invece hanno servito con maggiore precisione, anche se per loro questo non si è tradotto nello stesso incredibile successo avuto dalle donne. Di sicuro, non siamo in grado di dire quanta parte di quelle variazioni è dipesa dall’assenza di pubblico. Anche il più puro degli esperimenti naturali non porta necessariamente a conclusioni a prova di bomba. ◼︎

Serving In an Empty Stadium

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