Pubblicato il 7 gennaio 2020 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Pur a distanza di anni dal ritiro, Marat Safin continua a fornire spunti di conversazione tennistica. Durante una partita contro Taylor Fritz, il capitano della Russia all’ATP Cup si è così rivolto a Karen Khachanov, giocatore della sua squadra:
Non è un’affermazione che si riesce intuitivamente a sottoporre a esame numerico. Non so come si possa quantificare una tattica di alto impatto finalizzata a intimorire, o come identificare, e ancor meno misurare, tentativi di spaventare l’avversario. Per non parlare del concetto di giocatore finito per via di uno scambio lungo. Ma se con “per loro è finita” s’intende che non hanno molte probabilità di vincere, abbiamo finalmente un elemento verificabile.
Molti appassionati possono trovarsi d’accordo con la generalizzazione che i giocatori americani hanno un servizio potente, oltre a uno stile aggressivo che non lascia grande spazio alla finezza. È certamente il caso di John Isner, e Sam Querrey non si discosta troppo dalla descrizione. Sebbene il servizio di Fritz produca una buona dose di ace e secondi colpi di facile chiusura, non ha uno stile così monodimensionale.
Per Taylor Fritz non è finita
Con i dati raccolti dal Match Charting Project, ho calcolato delle statistiche sulla durata degli scambi per i 70 giocatori con almeno 20 partite nel database nell’ultimo decennio. Troviamo cinque americani (Fritz, Isner, Querrey, Steve Johnson e Jack Sock) e molti degli altri giocatori a cui normalmente si fa riferimento come presenze regolari sul circuito.
La definizione di Safin di tattica ad alto impatto considera implicitamente gli scambi fino a un massimo di quattro colpi, cioè quei punti che vengono vinti o persi nei primi due colpi di ciascun giocatore. Gli scambi più lunghi sono quelli in cui, apparentemente, gli americani subiscono l’avversario.
Così è per Isner, che vince solo il 40% dei punti quando lo scambio raggiunge i cinque colpi, il peggior rendimento nel campione considerato. Rispetto a Isner, anche Nick Kyrgios (44%) e Ivo Karlovic (45%) sembrano dei giocatori solidi sullo scambio. Nikoloz Basilashvili ha la percentuale migliore al 56% e non sorprende che Rafael Nadal sia secondo con il 54%, di un nulla davanti a Novak Djokovic. Con il 50.2%, Frizt è al 28esimo posto su 70, nella zona di giocatori come Gael Monfils, Roberto Bautista Agut e Dominic Thiem. Inoltre, se detestate i luoghi comuni come li detesto io, Fritz si fa notare per essere quasi 20 posizioni più in alto di Khachanov, che vince il 48.5% dei punti che durano almeno cinque colpi.
Più dati
La tabella elenca venti dei 70 giocatori del campione, in parte della zona alta e in parte di quella bassa, insieme a tutti gli americani e ad altri nomi di interesse. Per ciascun giocatore, ho calcolato la percentuale di punti vinti negli scambi di 1 o 2 colpi (servizio e risposte vincenti), di 3 o 4 colpi (scambi con servizio e risposta seguita da un colpo) e di 5 o più colpi. I giocatori sono ordinati sulla base dell’ultima colonna (%V 5+).
Class Giocatore %V 1-2 %V 3-4 %V 5+ 1 Basilashvili 43.7% 54.1% 55.8% 2 Nadal 52.7% 51.6% 54.3% 3 Djokovic 51.8% 54.6% 54.0% 4 Nishikori 45.5% 51.2% 53.9% 11 Federer 52.9% 54.9% 52.1% 22 Kohlschreiber 50.1% 50.1% 50.7% 28 Fritz 51.1% 47.2% 50.2% 30 Sock 49.0% 46.5% 50.2% 31 Zverev 52.8% 50.3% 50.0% 32 Del Potro 53.8% 49.1% 50.0% 34 Murray 54.3% 49.5% 49.4% 39 Medvedev 53.9% 50.4% 49.0% 43 Tsitsipas 51.4% 50.5% 48.6% 44 Khachanov 53.7% 48.1% 48.5% 48 Johnson 49.2% 48.8% 48.3% 61 Querrey 53.5% 48.0% 46.2% 62 Berrettini 53.6% 49.3% 46.1% 66 Karlovic 51.8% 43.9% 44.9% 68 Kyrgios 54.6% 47.4% 44.2% 70 Isner 52.3% 48.3% 40.2%
Fritz è uno dei pochi che vince più della metà degli scambi più brevi e più della metà degli scambi più lunghi. La prima categoria può essere il risultato di un servizio potente, come è probabilmente il caso dello stesso Frizt, e come è sicuramente per Isner. Non serve però avere un grande servizio per vincere più della metà dei punti da 1 o 2 colpi. Nadal e Djokovic fanno molto bene in quella categoria (come in praticamente tutte le altre), in virtù della loro capacità di annullare il servizio dell’avversario.
Due nomi inaspettati
Tralasciando per un momento gli americani, si potrebbe rimanere sorpresi da quei giocatori con percentuali positive di vittoria in tutte e tre le categorie. Nadal, Djokovic e Roger Federer vi rientrano, ciascuno con abbondante margine. Gli altri due invece sono nomi inattesi. Philipp Kohlschreiber supera di pochissimo la neutralità in entrambe le tipologie di scambi brevi, ed è un po’ meglio (50.7%) su quelli lunghi. Alexander Zverev si qualifica per il rotto della cuffia, vincendo appena di più della metà degli scambi lunghi (è un 50.0% arrotondato per eccesso).
Si tratta inevitabilmente di dati incompleti, quindi è possibile che, con una base di altro tipo, il risultato di uno o anche di entrambi i tedeschi rimanga molto lontano dal 50%, ma i loro numeri arrivano da un insieme decisamente abbondante di partite.
Per tornare a Fritz, Isner e compatrioti, Safin potrebbe aver ragione a dire che vogliono intimorire con un paio di colpi ad alto impatto. Con il solo servizio, Isner ha sicuramente messo paura a molti dei suoi avversari. Eppure Fritz, il giocatore che ha generato il commento di Safin, ha un gioco molto più completo di quanto il capitano della Russia gli abbia riconosciuto. Khachanov ha poi vinto quella partita e, almeno in questa fase delle rispettive carriere, è dei due il giocatore migliore. Non però negli scambi lunghi. Ampliando l’orizzonte di analisi, è Khachanov che dovrebbe evitare di farsi trascinare negli scambi lunghi, non Fritz. ◼︎
Are American Players Screwed Once You Drag Them Into a Rally?