Pubblicato il 9 agosto 2019 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati
// Per l’appassionato di tennis, la scelta di quale partita guardare in un qualsiasi torneo è spesso fonte di grattacapo. In questo articolo, cerco di determinare quanto una partita è imperdibile in funzione della sua qualità e competitività, ricorrendo alle valutazioni dei giocatori.
Molte volte in passato, o anche per la trasferta nordamericana in corso, l’abbondante offerta di partite televisive vi avrà certamente posto di fronte a un bivio. Conoscete il motivo della scelta che avete fatto? Avete optato per la partita in programma sul campo più importante? Per il giocatore con la classifica più alta? O avete seguito il vostro istinto sulla partita che pensavate sarebbe stata più equilibrata?
Specialmente nei primi turni di eventi congiunti tra donne e uomini, il timore di rimanere lontani dal centro dell’azione è una delle circostanze che genera più ansia per il vero seguace di tennis. Naturalmente, la possibilità di cambiare canale per una o l’altra partita ci convince che, in fondo, prendere una decisione non è obbligatorio. Ma non è questo il modo di mantenere viva la passione.
Dove sarà l’esperienza visiva più emozionante?
Forse è solo perché sto invecchiando, ma mi capita spesso di desiderare che la scelta sulla partita da guardare fosse più semplice. O che avessi almeno modo di prevedere dove sarà l’esperienza visiva più emozionante in qualsiasi istante. Di solito, faccio riferimento alle quotazioni assegnate dagli allibratori alle partite in programma, così da avere un’idea di quelle il cui esito finale è considerato più incerto. Mi accorgo però poi che la mia propensione non è sempre per la partita più combattuta. Complessivamente, anche la qualità è un fattore chiave. E sarei disposta ad accettare quote meno favorevoli se il livello di gioco di entrambi i giocatori rimanesse ragionevolmente alto.
Ne ho parlato a lungo con Martin Ingram, già ospite del blog, che condivide l’ossessione per interrogativi di questo tipo e che riesce sempre a trovare una soluzione ingegnosa alla maggior parte dei problemi prima che a me venga in mente. Siamo d’accordo sul fatto che competitività e qualità non sono elementi sufficienti a far decollare una grande partita (stili differenti e scontri diretti sono altri due, ad esempio), ma certamente permettono di pescare nel mucchio con buona probabilità di riuscita.
L’idea di base è di arrivare a una statistica che unisca una misura della qualità e della competitività. In termini matematici:
Partita imperdibile = Competitività + Qualità
Visto che le valutazioni dei giocatori sono il sistema principale per misurarne la bravura relativa, possiamo prenderle a riferimento sia in termini di abilità complessiva (la qualità) che in termini di divario di capacità tra un giocatore e l’altro (competitività).
Qualità
Per definire la qualità, basta la semplice somma delle valutazioni dei giocatori. È un concetto simile a quello del “bonus” secondo la descrizione di Klaasen e Magnus. L’immagine 1 mostra la distribuzione della qualità per le partite del circuito maggiore nel 2019. Pur con una media leggermente più alta per gli uomini, in entrambi i casi assistiamo a un’importante deviazione verso destra. Quella coda, il gruppo di partite con valore maggiore di 5000, racchiude gli scontri di più alta qualità della stagione.
IMMAGINE 1 – Distribuzione della qualità per le partite dei due circuiti maggiori nel 2019
Competitività
Nella sostanza, la competitività invece si riduce al divario tra le valutazioni dei giocatori. Questo è il “malus” nel linguaggio di Klaasen e Magnus. Anzi, la differenza di valutazioni è l’unica quantità veramente casuale nei pronostici sia con Elo che con altri sistemi di previsioni basati sulla comparazione tra giocatori.
IMMAGINE 2 – Distribuzione della competitività per le partite dei due circuiti maggiori nel 2019
La distribuzione di competitività nell’immagine 2 mostra scarsa differenza tra i due circuiti. Inoltre, la pesante deviazione verso destra segnala che è più tipico trovarsi di fronte a una partita molto equilibrata che a una a senso unico. Staremmo parlando di uno sport molto più interessante se la distribuzione non esibisse questo tipo di distorsione.
Da un lato, abbiamo molte partite di qualità ma pochissime di massima qualità, mentre dall’altro sono minori le partite competitive ma è relativamente più frequente che una partita sia competitiva di quanto sia a senso unico. In presenza di proprietà tra loro opposte, come riusciamo a mettere insieme queste due misure?
Un solo numero
Un’idea è quella di concentrarsi sulla qualità, prevedendo però una penalizzazione in funzione della scarsa competitività. Si esprime la competitività come la probabilità di vittoria attesa per il giocatore più forte, per poi quantificare la probabilità di vittoria attesa rispetto alla partita più competitiva (quella in cui la probabilità di vittoria è del 50%).
Partita imperdibile = (Qualità – Media)*(1-(p(v)-0.5))
In questo modo, il valore delle partite con qualità sopra la media è ridotto in proporzione della distanza in punti percentuali da una partita equilibrata. Possiamo verificare in concreto il funzionamento di questo approccio guardando alle prime dieci partite imperdibili del 2019 per uomini e donne. Anche se l’obiettivo dichiarato è di stabilire il livello di qualità tra partite della stessa settimana e turno di gioco, possiamo comunque ricavare una prima impressione della validità della statistica.
Il predominio dei Grandi Tre tra gli uomini e quello di Simona Halep, Serena Williams e Ashleigh Barty tra le donne suggerisce che siamo sulla buona strada. In retrospettiva, un paio di partite non hanno mantenuto il carico d’interesse atteso alla vigilia, fra tutte la finale maschile degli Australian Open e la finale femminile di Wimbledon.
Naturalmente, non ho la pretesa che la statistica per le partite assolutamente da non perdere qui introdotta incontri un favore universale. Sono convinta però che fondendo i due ingredienti chiave di una partita in un solo numero, si ha a disposizione un valido strumento per scegliere cosa vedere in televisione o analizzare a ritroso quali sono state le partite che hanno confermato o disatteso le aspettative riposte. ◼︎