Pubblicato il 25 luglio 2019 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Si è trattato di un anno molto prolifico per il Match Charting Project, lo sforzo collaborativo per la raccolta di dati punto per punto delle partite professionistiche di tennis. Dal 2013, più di cento volontari hanno contribuito, passando dalle finali Slam degli anni ’70 alle maratone tra i Fantastici Quattro fino a oscuri Challenger e ITF. Il database che ne risulta non conosce eguali e rappresenta una rara risorsa a disposizione di tutti, in uno sport in cui le informazioni migliori sono di proprietà di tornei, federazioni e società dalle stesse incaricate.
La partita numero 6000 — il quarto di finale a Bucarest tra Kristyna Pliskova e Patricia Maria Tig nonché una delle più di duecento di cui si è occupato Zindaras — arriva a meno di sei mesi dalla numero 5000. In questo periodo, abbiamo aggiunto un gran numero di partite del Roland Garros e di Wimbledon, oltre a tutte le finali dei due circuiti maggiori. Inoltre, è sempre in corso la raccolta di semifinali d’epoca relative alla fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, insieme a tutte le semifinali femminili sempre dal Roland Garros e Wimbledon per cui siamo riusciti a trovare il video (magari c’è qualcuno che può dare una mano per le partite che rimangono).
Una nuova dimensione
I dati che ne emergono — molti dei quali facilmente recuperabili su GitHub — hanno reso possibile affrontare tematiche su una dimensione finora impensabile. Ad esempio, all’avvio di Wimbledon ho approfondito l’evoluzione del gioco a rete, utilizzando statistiche colpo per colpo in quel torneo dall’inizio degli anni ’70. E dopo l’impeccabile prestazione di Simona Halep in finale, John Burn-Murdoch del Financial Times ha utilizzato il Match Charting Project per contestualizzare l’incredibilmente bassa frequenza di errori non forzati.
Sempre più appassionati occasionali scoprono la ricchezza di dati del Match Charting Project. Per ciascuna di queste migliaia di partite, si possono esplorare combinazioni infinite e immediatamente paragonabili alle medie del circuito. Se non vi è mai capitato di dare un’occhiata, vi invito a farlo senza esito. A manifesto della profondità della piattaforma, una partita recentemente aggiunta è la semifinale degli Australian Open 1987 tra Ivan Lendl e Pat Cash. È possibile inoltre valutare statistiche aggregate per specifici giocatori, su pagine come questa per Sloane Stephens.
Se il Match Charting Project ha suscitato la vostra curiosità, è un ottimo momento per unirvi. La mappatura delle partite non richiede una laurea in ingegneria, ma solo attenzione al dettaglio e conoscenza di base del tennis. Aiutano certamente anche un amore per lo sport e la meticolosità, due caratteristiche condivise da molti dei collaboratori più attivi. Ho già parlato dei vantaggi nel collaborare, e se vi sentite pronti per farlo ecco la guida per iniziare.
Lontano dai riflettori ma al centro dell’azione
Anche se il tennis rimane un po’ una landa desolata nel panorama delle statistiche sportive, stiamo continuando a fare progressi. Siamo completamente indipendenti da circuiti e federazioni che spendono somme spropositate per consulenti che sembrano non fare altro che produrre nuovi scintillanti siti con ben pochi dati. Il sito del Match Charting Project non si può proprio definire attraente (per andarci leggeri!), ma è libero dalle dinamiche politiche, dal conflitto di priorità e dalla burocratica lentezza che tiene a freno così larga parte del tennis. Questo nuovo traguardo è l’ultimo richiamo al fatto che spesso il lavoro più interessante si verifica lontano dai riflettori dei palcoscenici ufficiali. ◼︎