Pubblicato l’1 luglio 2019 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Wimbledon è iniziato, e ci spetta la solita giostra di considerazioni giornalistiche sul crollo del gioco a rete, specialmente del servizio e volée. La settimana scorsa il New York Times ha pubblicato un articolo di Joel Drucker sul tema, in cui si elencavano numerose ragioni alla base dell’evoluzione dello stile. Sono giustamente citate la componente tecnologia delle racchette e delle corde e le modifiche dell’All England Club al manto erboso.
La prima causa di cambiamento individuata da Drucker però è relativa all’ascesa del rovescio a due mani e, per estensione, alla minaccia derivante da giocatori solidi da entrambi i lati:
Sono più attratto dalla considerazione relativa al lato debole che dalla superiorità del rovescio a due mani rispetto a quello a una mano. Molti dei giocatori che ancora usano il rovescio a una mano, come ad esempio Stanislas Wawrinka, trasalirebbero all’affermazione che quel particolare loro colpo è debole. In termini di efficacia, l’attuale rovescio a una mano ha probabilmente più somiglianza con il rovescio a due mani di un tempo che con uno interamente di taglio e pura difesa in voga tra tanti negli anni ’70 e ’80.
Da entrambi i lati, ora
Si può approfondire il tema del lato debole reinterpretandolo sotto forma di domanda: per i giocatori contemporanei, la differenza di efficacia tra il dritto e il rovescio è diminuita rispetto al passato? Per arrivare a una risposta, serve una definizione concreta di “efficacia”. Chi mi segue da tempo forse ricorda una mia statistica che ho chiamato Potenza, intesa sia come Potenza del Rovescio (BHP) che Potenza del Dritto (FHP). Si calcola facilmente come segue, grazie a dati punto per punto del Match Charting Project:
La stessa procedura si applica per calcolare Potenza del Dritto e del Rovescio Tagliato (SLP). La ponderazione di +1 per alcuni colpi, di +0.5 per altri, e così via, non è precisa. Ma i risultati in genere vanno d’accordo con l’intuizione. In oltre 3000 partite di singolare maschile a disposizione, in media i risultati di un giocatore per partita sono i seguenti:
- Potenza del dritto (FHP): +6.5
- Potenza del rovescio (BHP): +0.8
- Potenza del rovescio tagliato (SLP): -1.3
- Potenza dal lato del rovescio (BSP): -0.5
Le prime tre statistiche isolano colpi specifici, mentre l’ultima mette insieme piatto, con rotazione e tagliato per ottenere un solo valore dal lato del rovescio. Tutte escludono i colpi a rete e, siccome i dritti tagliati sono abbastanza rari, ho evitato di includerli.
Il dritto regna sovrano
Sono numeri che non dovrebbero sorprendere. In media, un giocatore del circuito maggiore ha un dritto più forte del rovescio, a prescindere dal numero di mani con cui colpisce quest’ultimo. Novak Djokovic possiede uno dei rovesci migliori della storia, ma il divario tra il BHP e il BSP e più ampio della media: +11.3 a partita per il dritto e +2.5 a partita per il rovescio, con una differenza di 8.8. Anche un maestro del rovescio raccoglie comunque di più con il dritto.
Nel database del Match Charting Project ci sono almeno tre partite con dati punto per punto di 299 giocatori appartenenti a diverse generazioni, da Vitas Gerulaitis a Jannik Sinner.
Di questi, solo 30, cioè circa uno su dieci, ottengono più punti con il rovescio che con il dritto, e per metà di loro la differenza è inferiore al singolo punto. È una minoranza eterogenea, in cui troviamo Pat Cash, Jimmy Connors, Guillermo Coria, Ernests Gulbis, Daniil Medvedev e Benoit Paire, che però non fornisce materiale significativo a dirimere la questione.
Hewitt come spartiacque?
Chi sostiene la tesi del lato debole spesso indica nell’arrivo sulla scena di Lleyton Hewitt lo spartiacque tra l’era della fattibilità del gioco a rete e quella dell’approccio a proprio rischio e pericolo.
Altri fanno riferimento ad Andre Agassi. Si trova che sono sorprendentemente nella media. Nel Match Charting Project ci sono moltissimi dati per entrambi. Il dritto di Hewitt valeva +10.0 a partita, mentre rovescio e tagliato insieme +2.9. È una differenza di 7.1, leggermente superiore alla media, ma meno di quella di Djokovic. Il FHP di Agassi valeva +13.0 a partita, contro un BSP di +6.8, per una differenza di 6.2, ancora più vicina alla media di quanto visto per Hewitt.
Ironicamente, è un divario quasi identico a quello di Pete Sampras, i cui FHP di +6.3 e BSP di -0.1 generavano la stessa differenza, anche se i suoi colpi a rimbalzo erano decisamente meno efficaci.
Un confronto tra epoche
Non possiamo rispondere a una domanda generale sull’andamento di una variabile nel corso del tempo con il semplice calcolo della potenza dei colpi per singoli giocatori, a prescindere dalla loro rilevanza nella storia dello sport. Dobbiamo invece analizzare l’intera popolazione. Una premessa: il Match Charting Project è pesantemente sbilanciato a favore dei giocatori odierni.
Nel campione considerato, solo 40 hanno una carriera che si è svolta interamente o per una buona parte nel ventesimo secolo. Altri 30 hanno giocato principalmente nei primi dieci anni dal 2000. Le medie citate in precedenza quindi subiscono la prevalenza dei risultati a partire dal 2010.
Detto questo, i 70 giocatori più vecchi del campione sono anche i più rilevanti, cioè quelli che hanno disputato più finali e semifinali Slam, nonché finali dei Master. In caso di una tendenza consolidata nel corso dei decenni, sono questi i giocatori che dovrebbero aiutarci a farla emergere.
Estrema somiglianza
In realtà, i giocatori di un tempo del campione sono molto simili ai contemporanei. Ho classificato i 299 giocatori in funzione della differenza assoluta tra il FHP e il BSP, con il giocatore più bilanciato al numero 1 e con quello meno bilanciato al numero 299. Ho considerato due sottogruppi all’interno del campione: i 52 giocatori più vecchi, per molti dei quali la carriera era in fase calante all’arrivo di Hewitt e i 78 con le partite più recenti.
Più vecchi — classifica media 143, media (FHP – BSP): 5.7
Più recenti — classifica media 155, media (FHP – BSP): 6.5
Non sono numeri che indicano la presenza di un lato debole che adesso non c’è più. In realtà, non riflettono alcuna dinamica. La differenza tra l’efficacia del dritto e l’efficacia dal lato del rovescio si è a malapena spostata nel corso di molti decenni.
Come ulteriore prova, la tabella elenca, all’incirca in ordine cronologico, una selezione di giocatori che sono ben rappresentati nel database del Match Charting Project, ma anche degni esponenti delle rispettive epoche. Ogni valore di potenza del colpo è su base di singola partita, e la colonna finale (“Diff”) indica la differenza tra FHP e BSP, cioè appunto il divario tra il dritto e il lato del rovescio per ciascun giocatore.
Giocatore FHP BHP SLP BSP Diff Borg 12.9 11.5 -0.5 11.0 2.0 Connors 6.5 9.1 -0.3 8.9 -2.4 McEnroe 2.0 -0.4 -2.1 -2.4 4.4 Wilander 7.2 6.8 -0.5 6.3 0.9 Lendl 10.3 4.0 0.6 4.6 5.7 Edberg 1.9 1.8 -1.1 0.7 1.1 Becker 5.9 2.1 -1.5 0.7 5.2 Courier 13.3 4.2 -0.3 3.9 9.4 Stich 2.0 2.0 -3.4 -1.4 3.4 Chang 9.7 5.0 -0.6 4.4 5.3 Giocatore FHP BHP SLP BSP Diff Muster 18.4 2.2 -1.1 1.1 17.3 Sampras 6.3 0.7 -0.7 -0.1 6.4 Agassi 13.0 7.2 -0.5 6.8 6.3 Rafter 3.5 0.5 -1.6 -1.1 4.6 Moya 9.8 -0.9 -1.4 -2.3 12.1 Hewitt 10.0 3.5 -0.6 2.9 7.1 Coria 4.7 6.3 -1.2 5.2 -0.5 Nalbandian 8.8 5.6 -1.7 3.9 4.9 Davydenko 7.2 4.4 -1.2 3.2 4.0 Federer 10.0 0.2 -0.4 -0.3 10.2 Giocatore FHP BHP SLP BSP Diff Nadal 15.3 2.6 -1.0 1.6 13.7 Murray 7.2 2.9 -1.8 1.1 6.1 Djokovic 11.3 3.4 -0.8 2.5 8.8 Gasquet 1.9 1.4 -1.4 0.0 1.9 Wawrinka 6.2 0.5 -1.7 -1.2 7.3 Nishikori 5.4 3.8 -1.1 2.7 2.8 Thiem 9.3 -0.1 -1.6 -1.7 11.0 Zverev 3.6 4.2 -1.1 3.0 0.6 Tsitsipas 8.3 -0.9 -2.2 -3.0 11.4 Medvedev 1.6 3.3 -1.4 1.9 -0.3
Non più deboli, ma deboli
L’ipotesi del lato debole, per cui era più facile andare a rete con un colpo di avvicinamento direzionato verso il lato meno pericoloso dell’avversario, è quindi messa in serio dubbio dai risultati dell’analisi. Quello che probabilmente è accaduto invece è che il giocatore medio si è rafforzato da entrambi i lati. Di conseguenza, il lato debole non era più traballante a sufficienza da rendere la discesa a rete una strategia remunerativa. Anche giocatori con rovesci più deboli della media sono ora capaci di forzare robusti passanti con rotazione. Fondamentalmente, si torna al ruolo della tecnologia nelle racchette e nelle corde, che mi sembra essere la spiegazione più sensata.
Il drastico cambiamento subito dal tennis negli ultimi venti o più anni è fuori discussione. Le spiegazioni classiche a quel tipo di dinamiche non reggono però l’indagine minuziosa. In questo caso, se è vero che in singolare le volée sono ormai un retaggio del passato, i colpi a rimbalzo sono solo migliorati, da entrambi i lati. ◼︎