Pubblicato il 5 marzo 2019 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// C’è un’ostinata convinzione tra appassionati di tennis e opinionisti per cui alcuni giocatori sono più discontinui di altri. Nella conversazione odierna, mi riferisco ai risultati delle singole partite, quindi a quei giocatori che hanno la predilezione per eliminare avversari di più alta classifica ma che sono anche particolarmente suscettibili a sconfitte contro giocatori più deboli. C’è una pletora di aggettivi per questo, come imprevedibile, pericoloso, spinoso, e quello preferito per Nick Kyrgios, cioè incostante.
E sinora nella stagione 2019, Kyrgios ha dato perfetta prova di incostanza. Dopo aver perso ai primi turni contro Jeremy Chardy (a Brisbane) e Radu Albot (a Delray Beach), si è ripreso vincendo l’ATP 500 di Acapulco della scorsa settimana, eliminando Rafael Nadal, Stanislas Wawrinka, John Isner e Alexander Zverev. Non c’è dubbio che Kyrgios possieda più talento di quanto la sua classifica suggerisca. Stiamo parlando di un giocatore che ancora deve entrare tra i primi 10, ma che può vantare un record in parità, nelle partite terminate, nei confronti dei Grandi Tre (i Fantastici Quattro senza Andy Murray, n.d.t.), l’unico tra i giocatori in attività (considerando almeno cinque partite, a eccezione di Nadal e Novak Djokovic stessi).
Sembra poco regolare, ha risultati imprevedibili. Rispetto all’incertezza intrinseca di qualsiasi partita tra professionisti al vertice, come si posiziona Kyrgios? Come suggerisce il titolo dell’articolo, la risposta non è così lineare come possa sembrare.
Una misura della prevedibilità
Prendiamo il tipo opposto di giocatore, che batte regolarmente avversari di classifica inferiore ma che perde, di solito, contro quelli più forti di lui. Roberto Bautista Agut si è fatto questa reputazione, e come vedremo i numeri la confermano, malgrado la vittoria a sorpresa a Doha un paio di mesi fa contro Djokovic. Se la prevedibilità di un giocatore fosse così scontata, dovrebbe emergere dal paragone tra le previsioni prima della partita e i risultati che ottiene. Per il tipo alla Bautista Agut, la previsione sarebbe molto accurata, mentre per il gruppo di appartenenza di Kyrgios la previsione sarebbe molto meno affidabile.
Esiste già una statistica al proposito. L’indice Brier misura l’accuratezza delle previsioni, non solo in termini di effettiva correttezza ma anche di vicinanza del pronostico. Ad esempio, dopo la vittoria di Kyrgios contro Zverev nella finale di Acapulco, chi lo ha pronosticato vincente al 90% è stato più preciso di chi gli ha dato il 60% di probabilità. Troppa sicurezza invece amplifica il rischio di un indice Brier peggiore: se si pronostica il favorito sempre vincente al 90%, si sbaglierà spesso. L’indice Brier è la differenza quadratica tra il pronostico prima della partita (ad esempio il 90%) e il risultato (1 o 0, a seconda che la scelta sia corretta o sbagliata).
L’indice Brier per le partite del circuito maschile si attesta intorno al valore di 0.2. Se si riesce a ottenere un valore inferiore a questo, a indicazione di una minore distanza tra pronostici e risultati effettivi, si dovrebbero guadagnare soldi scommettendo sulle partite. Se invece si è molto superiori allo 0.2, non ci si discosta troppo dal classico lancio della moneta. Utilizzando pronostici casuali al 50/50, ne consegue un indice Brier di 0.25.
Brier-gios
L’indice Brier per il pronostico delle partite di un giocatore davvero imprevedibile dovrebbe avvicinarsi allo 0.25, eccedendo facilmente il tipico valore di 0.2 del circuito. Per determinare l’affidabilità delle previsioni pre-partita su Kyrgios e altri giocatori, uso le mie valutazioni Elo specifiche per superficie per tutte le partite del tabellone principale completate sul circuito dal 2000, in modo da generare previsioni per ciascuna. Con questo metodo ad esempio, Zverev aveva il 67.4% di probabilità di vincere la finale di Acapulco.
Fino a questo momento della stagione 2019, si può affermare che Kyrgios sia veramente imprevedibile. L’indice Brier per le dieci partite giocate è di 0.318, vale a dire che con un processo decisionale del tipo testa o croce si sarebbero ottenuti pronostici identici in modo molto più semplice. Anche se aumentiamo retroattivamente la sua probabilità di vincere per riflettere una condizione migliore di quanto la valutazione Elo assegni, l’indice Brier è di 0.277, sempre peggiore del lancio della moneta.
Si tratta però solo di dieci partite. Ci sono alcuni altri giocatori nel 2019 con un indice Brier ben al di sopra della soglia di 0.25, tra cui Frances Tiafoe, Joao Sousa, Juan Ignacio Londero e Felix Auger Aliassime. Da una manciata di tornei, si avrà sempre qualche risultato incerto, per via di miglioramenti sostanziali (come è probabile nel caso di Auger Aliassime) o di situazioni di evidente fortuna o sfortuna. A meno di non voler ammettere che anche Sousa e Londero sono giocatori altamente imprevedibili, non dovremmo trarre la stessa conclusione sulla base delle ultime dieci partite di Kyrgios.
Ottieni quello che hai pronosticato
L’indice Brier per le previsioni tramite valutazioni Elo delle partite sul circuito maggiore in carriera di Kyrgios è di 0.219. È più alto, e quindi meno prevedibile, della media, ma non di molto. Dei 280 giocatori con almeno 100 partite sul circuito maggiore dal 2000, Kyrgios è all’84esimo posto, più affidabile del 30% dei colleghi. Nel 2017, i risultati da lui ottenuti sono stati abbastanza imprevedibili, con un indice Brier di 0.244, mentre nel 2015 e 2016 il valore è stato di un più banale 0.210. Nel 2018 invece sono stati decisamente prevedibili, con un indice Brier di 0.177.
La tattica, il rendimento sul singolo punto o il comportamento in campo di Kyrgios possono essere soggetti a imprevedibilità, non è così per i risultati. La tabella mostra, oltre a Kyrgios, i 15 giocatori più imprevedibili tra quelli in attività in termini di indice Brier e poi i 15 giocatori più prevedibili sempre tra quelli in attività.
Giocatore Partite Brier
Pouille 189 0.247
Rublev 106 0.245
Paire 377 0.239
Karlovic 650 0.239
Tsitsipas 100 0.232
Khachanov 154 0.231
Gojowczyk 102 0.231
Delbonis 225 0.227
Copil 108 0.227
Dzumhur 173 0.227
Gulbis 420 0.226
Cuevas 338 0.226
M. Zverev 297 0.226
J. Sousa 323 0.226
Coric 210 0.226
...
Kyrgios 191 0.219
...
Ebden 171 0.188
Goffin 344 0.188
Cilic 684 0.186
Gasquet 770 0.183
Berdych 911 0.182
Raonic 448 0.178
Ferrer 1048 0.177
Tsonga 600 0.175
Bautista Agut 384 0.172
Nishikori 517 0.167
Del Potro 560 0.160
Murray 802 0.146
Federer 1350 0.121
Djokovic 951 0.117
Nadal 1060 0.114
Pouille
È stato quasi impossibile pronosticare i risultati di Lucas Pouille. L’indice Brier generato dall’esito delle sue partite nel 2018 era di circa 0.3, a suggerire che sarebbe stato più intelligente fare un pronostico e poi scommettere contro il pronostico stesso!
Karlovic, Isner, Opelka
Anche Ivo Karlovic è tra i giocatori meno affidabili, non è chiaro se per via dell’insolito stile di gioco. Isner, l’unico confronto adeguato che abbiamo, è affidabile in media con il circuito, con un valore Brier in carriera di 0.201. Reilly Opelka, l’altra macchina da ace di altezza vertiginosa tra i primi 100, nel 2019 ha fatto meglio del pronostico, ma non ha accumulato dati a sufficienza per arrivare a una valida conclusione.
I più affidabili
Sulla sponda opposta, troviamo tra i più affidabili molti dei migliori. Risponde a una certa logica: un giocatore dominante non solo vince la maggior parte delle partite che dovrebbe vincere, ma il suo rendimento ci spinge a fare previsioni più aggressive. Spesso Nadal inizia una partita con una percentuale di vittoria di almeno il 90% e pronostici così certi – fintantoché il giocatore li conferma vincendo – determinano bassi indici Brier.
Costanti risultati di continuità
C’è la tendenza a un’eccessiva interpretazione dei risultati insoliti. Kyrgios ne ha regalati molti e lo abbiamo ricambiato facendolo passare per un battitore libero più di quanto non lo sia. Un paio di settimane fa mi sono interrogato in merito a un simile quesito e ho trovato che i giocatori non devono davvero “adattarsi al torneo”, ottenendo quindi risultati migliori o peggiori a seconda del turno.
Non siamo proprio di fronte alla stessa problematica, ma è simile la verità di fondo: la metodologia attuale genera pronostici molto buoni, ma rimarrà sempre grande casualità nei risultati, e le storie che inventiamo per tenerne conto in realtà non la spiegano più di tanto.
Kyrgios è un giocatore immensamente interessante – nel podcast di ieri ho scherzato sul fatto che i lettori del blog dovranno prepararsi a una serie di dieci puntate su di lui – e scavare nelle statistiche punto per punto potrebbe portare alla luce caratteristiche che lo rendono unico nel circuito. Non si può negarlo. Ma a livello di partita nel torneo, la probabilità di sue vittorie a sorpresa non è per nulla unica, anche se è il nuovo orgoglioso possessore di un sombrero che fa pensare esattamente il contrario. ◼︎