Pubblicato l’8 settembre 2018 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Nel tennis moderno, i giocatori si avventurano a rete a loro rischio e pericolo, specialmente seguendo il servizio. Lo sviluppo tecnologico di corde e telai ha permesso di aumentare forza e precisione del passante, dando al giocatore alla risposta un margine aggiuntivo. È difficile pensare a un cambiamento del gioco che porti nuovamente a usare il servizio e volée come tattica dominante.
Spesso però opinionisti e telecronisti sottolineano come i giocatori dovrebbero andare a rete più frequentemente, esortando a un maggiore ricorso al servizio e volée. In un recente articolo su FiveThirtyEight, Amy Lundy ha contribuito alla conversazione con un po’ di numeri, evidenziando come agli US Open 2018 le donne abbiano vinto il 76% dei punti con servizio e volée e gli uomini il 66%. Mostra inoltre come nell’ultimo decennio abbondante a Wimbledon, nel tabellone femminile anno per anno la percentuale di successo si è aggirata intorno al 65%.
Un buon risultato, no? Beh…non corriamo. Fino alle semifinali agli US Open 2018, gli uomini hanno vinto circa il 72% dei punti sulla prima di servizio. La maggior parte dei tentativi di servizio e volée arrivano sulla prima, quindi una frequenza di successo del 66% nelle discese a rete non è la migliore delle raccomandazioni. Le donne sono al 76%, ed è più incoraggiante perché la frequenza complessiva di punti vinti sulla prima di servizio nel tabellone femminile è del 64%. Ma, come vedremo, le giocatrici solitamente non raccolgono così tanta gloria a rete.
Teoria dei giochi a rete
Nel valutare una strategia, occorre prima di tutto ricordarsi che giocatori e allenatori generalmente sanno quello che fanno. Certo, anche loro commettono errori e possono cadere in sequenze di gioco sub-ottimali. Sarebbe però molto sorprendente scoprire che hanno rinunciato a centinaia di punti ignorando una tattica alquanto nota. Se scendere a rete dopo il servizio fosse così remunerativo, i giocatori lo starebbero già facendo.
Ho interpellato i dati del Match Charting Project per avere un’idea più precisa di quanto i giocatori facciano ricorso al servizio e volée, di quanto sia una strategia efficace e, altrettanto importante, quanti punti vincano quando evitano di usarlo. L’esito è molto più incerto rispetto all’entusiasmo dei sostenitori del servizio e volée.
Cosa succede tra le donne
Iniziamo con le donne. Dal 2010 a oggi, in quasi 2000 partite con dati punto per punto a disposizione, ho trovato 429 partite-giocatrice con almeno un tentativo di servizio e volée. Dopo aver eliminato gli ace, a prescindere dalla volontà della giocatrice al servizio di scendere a rete le 429 giocatrici del campione hanno totalizzato 1191 tentativi di servizio e volée – il 95% con la prima di servizio – vincendo 747 punti.
Se invece di scendere a rete su quei 1191 punti avessero vinto il punto con la stessa frequenza con cui, in quelle partite, vincevano i punti sulla prima e sulla seconda rimanendo a fondo campo, avrebbero vinto 725 punti. In alte parole, il servizio e volée ha portato a una frequenza di vittoria del punto del 62.7%, mentre rimanere a fondo è valso il 60.9% dei punti vinti.
Per essere chiari, si tratta di un confronto diretto di frequenze di successo per le stesse giocatrici contro le stesse avversarie, controllando per le differenze tra prima e seconda di servizio. Una divario di circa due punti percentuali non passa inosservato, ma è ben lontano da più del 10% visto tra le donne agli US Open 2018. E per molte giocatrici potrebbe non rappresentare incentivo sufficiente a mettere da parte la scarsa familiarità con il gioco a rete o con quel tipo di tattica.
Cosa succede tra gli uomini
Con ancora più dati a disposizione, la stessa analisi per gli uomini restituisce esiti sconcertanti. In quasi 1500 partite del Match Charting Project dal 2010 a oggi, più della metà dei possibili giocatori-partita (1631) ha provato almeno una volta a seguire il servizio a rete. Escludendo sempre gli ace, circa quattro su cinque sono state prime di servizio. La percentuale di successo a livello di circuito è stata simile a quanto osservato agli US Open 2018, pari al 66.8%.
Controllando per prima e seconda di servizio, gli stessi giocatori al servizio negli stessi tornei contro gli stessi avversari hanno vinto punti con una frequenza del 72.2% decidendo di non andare a rete dopo il servizio. È una differenza* di cinque punti percentuali che evidenzia come, in media, i giocatori usano troppo il servizio e volée.
(*Nota tecnica: queste frequenze complessive sommano semplicemente tutti i tentativi di servizio e volée riusciti e non riusciti. Potrebbero quindi dare peso eccessivo ai giocatori che vanno a rete più spesso. Ho fatto gli stessi calcoli in altri due modi: ponderando equamente ciascun giocatore-partita e ponderando ciascun giocatore-partita per una funzione ln(a+1), dove a è il numero di tentativi di servizio e volée. In entrambi i casi la differenza si è ridotta a quattro punti percentuali, lasciando valide le conclusioni.)
Conclusioni
Sono rimasto molto sorpreso di fronte a questi risultati e non so bene come interpretarli. Il vantaggio è all’incirca il medesimo se un giocatore decide di presentarsi a rete sul servizio o di rimanere a fondo campo. Quindi non è un risultato artificioso dovuto, ad esempio, a uno strano punto in cui Ivo Karlovic o Dustin Brown giocano da fondo, o a quei punti occasionali a basso impatto in cui un giocatore di fondo sceglie il servizio e volée.
Non avendo una spiegazione soddisfacente, mi accontento di una più debole ma che posso fare con più sicurezza: non ci sono prove a supporto del fatto che gli uomini, in generale, debbano andare a rete più spesso dopo il servizio.
Per gli appassionati del servizio e volée, i dati dal circuito femminile sono più incoraggianti, ma comunque di modesto rilievo. Di certo, il 76% di successo agli US Open 2018 è un segnale fuorviante degli effetti positivi che una giocatrice può attendersi dall’applicare una strategia di quel tipo con maggiore costanza. Il riscontro complessivo da circa 2000 partite suggerisce che rimanere a fondo è una decisione altrettanto valida, se non migliore. ◼︎