Pubblicato il 28 maggio 2014 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// A metà del 2001, il numero di teste di serie nei tabelloni degli Slam è raddoppiato, passando a trentadue dalle sedici iniziali, una modifica “finalizzata a proteggere le stelle dello sport e soddisfare gli specialisti della terra battuta e dell’erba”.
I giocatori designati per beneficiare di questo cambiamento erano, naturalmente, tutte le teste di serie. Quelle tra le prime sedici non dovevano più preoccuparsi di giocare contro uno dei primi 32 della classifica prima del terzo turno, quelli classificati tra il numero 17 e il 32 avrebbero potuto dover giocare contro uno dei primi 16 al primo turno, rischio azzerato dallo stesso tipo di protezione.
Esternalità negative del sistema a 32
Le esternalità negative di un sistema a trentadue teste di serie ricadono su due gruppi: i giocatori fuori dalle teste di serie, per i quali è più probabile ora giocare contro un giocatore di vertice nei primi turni; e gli spettatori della prima settimana, che vorrebbero vedere partite più avvincenti nei primi turni.
Anche se la sconfitta odierna di Serena Williams (al secondo turno del Roland Garros 2014 da parte di Garbine Muguruza, n.d.t.) può essere facilmente usata come contro-argomentazione, i primi due turni di uno Slam sembrano spesso per i più forti partite di riscaldamento contro giocatori inferiori che fungono da vittime sacrificali.
Di contro però, è difficile intuitivamente rendersi conto di quanto ci sia in palio. E potrebbe non essere tutto quello che si crede. Dal 1989 al 2000, le teste di serie del singolare maschile hanno perso 263 volte nei primi due turni di uno Slam. Solo 51 di quelle sconfitte hanno riguardato i primi 32 della classifica.
In altre parole, più dell’80% delle vittorie a sorpresa sarebbe comunque avvenuta con un sistema a 32 teste di serie e, presumibilmente, qualcuna delle rimanenti 51 partite sarebbe comunque terminata con un risultato inatteso.
Dal punto di vista delle prime sedici teste di serie, potrebbe non esserci così tanta differenza nell’avere avversari nel secondo gruppo di teste di serie, dalla diciassette alla trentadue, o con una classifica ancora inferiore.
Un esempio per tutti: questa settimana Stanislas Wawrinka avrebbe preferito giocare contro diverse teste di serie che dover affrontare Guillermo Garcia Lopez (da cui ha perso al primo turno per 6-4 5-7 6-2 6-0, n.d.t.)
In campo femminile
Per le prime 4 del mondo, non c’è stata alcuna differenza. Nei dodici anni precedenti all’introduzione della modifica, hanno raggiunto il terzo turno in 176 tentativi su 190.
Nei dodici anni successivi al cambiamento le prime quattro teste di serie, che non rischiavano più di dover giocare contro una giocatrice tra le prime 32 nei primi due turni, hanno raggiunto il terzo turno 178 volte su 191.
A dire il vero, il sistema a 32 teste di serie non ha in genere aiutato le prime sedici teste di serie femminili. Dal 1989 al 2000, le teste di serie hanno raggiunto il terzo turno il 77.6% delle volte, il quarto turno il 63.5% e i quarti di finale il 40.8%. Dal 2002 al 2013, contro avversarie nei primi turni di bassa classifica, le percentuali corrispondenti sono state 78.2%, 60.1% e 37.1%.
È probabile che, almeno in parte, la differenza sia da attribuire all’aumento della competitività del tennis femminile, ma è altrettanto plausibile che il sistema a trentadue teste di serie abbia drasticamente snaturato gli Slam, almeno per i giocatori che sono sempre stati teste di serie.
Le prime sedici teste di serie hanno sicuramente tratto beneficio, raggiungendo il terzo e quarto turno e i quarti di finale circa il 10% in più a seguito dell’allargamento, ma anche in questo caso non siamo di fronte a partite radicalmente diverse durante la seconda settimana.
Dove sta il vero cambiamento
Il vero cambiamento, come si poteva sospettare, si manifesta quando si considerano i rapporti di forza tra le nuove teste di serie (dalla diciassette alla trentadue) e il resto dei partecipanti.
Dal 1989 al 2000, nel singolare maschile i giocatori classificati tra il 17esimo e il 32esimo posto hanno raggiunto il terzo turno circa il doppio delle volte (il 35% contro il 17%) rispetto a quelli di classifica inferiore. Tra le donne, le giocatrici classificate tra il 17esimo e il 32esimo posto hanno ottenuto un margine ancora più ampio, 39% contro 15%.
In presenza del sistema a trentadue teste di serie e con la protezione del gruppo dal 17esimo al 32esimo posto, le differenze sono aumentate in modo significativo. Dal 2002 al 2013, i giocatori fuori dalle prime sedici teste di serie hanno raggiunto il terzo turno il 53% delle volte, rispetto al 12% dei giocatori fuori dalle teste di serie.
Sul fronte femminile, le giocatrici con testa di serie tra diciassette e trentadue sono arrivate al terzo turno il 49% delle volte, mentre le giocatrici fuori dalle teste di serie si sono fermate al 12%, come per gli uomini.
Questi scostamenti, per quanto importanti, avranno scarso impatto sul divertimento che molti degli appassionati derivano dagli Slam. Il cambiamento di formato significa che Rafael Nadal deve giocare contro un giocatore al 60esimo posto della classifica al secondo turno e uno al 30esimo posto al terzo turno. Quasi sicuramente Nadal vincerà entrambe le partite, e quindi il risultato finale è identico. Il fattore sorpresa in un quarto di finale non cambia se è alimentato dal numero 25 del mondo o dal numero 50.
Aumenta la distanza tra aventi e non aventi
Tuttavia, il sistema a trentadue teste di serie amplifica la distanza tra gli aventi e i non aventi del tennis. Negli ultimi anni gli Slam hanno sì considerevolmente aumentato i premi partita per tutti i giocatori del tabellone principale – chi perde al primo turno a Parigi comunque guadagna più di 32.000 dollari – ma il giocatore o la giocatrice che raggiunge il terzo turno è in grado di triplicare quella cifra.
Come abbiamo visto, la modifica ha reso più probabile che le trentadue teste di serie raggiungano il terzo turno (portando a casa cifre vicine ai sei zeri) a spese di giocatori con classifica inferiore, senza che questo abbia un effetto rilevante nella composizione dei giocatori in tabellone dal quarto turno in avanti.
Inoltre, i punti a disposizione negli Slam determinano la situazione per la quale i giocatori che arrivano al terzo turno hanno più probabilità di rientrare tra le teste di serie al turno successivo, alimentando un analogo flusso ciclico per gli Slam successivi.
Avere trentadue teste di serie anziché sedici non altera sensibilmente il destino dei giocatori di vertice, specialmente in campo femminile. Però, può far calare l’interesse per le prime giornate di gioco, e certamente va a supporto di una fascia arbitraria di giocatori a spese del resto dei partecipanti.
Se l’era a trentadue teste di serie dovesse terminare oggi, gli appassionati di tennis avrebbero pochi motivi per sentirne la mancanza. ◼︎