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Tempo di reazione – Australian Open Series

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Pubblicato il 19 novembre 2016 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati

// Il quarto articolo dell’Australian Open Series.

Nel precedente approfondimento di questa serie, ho introdotto il concetto di pressione alla risposta e ne ho ipotizzato il calcolo considerando la quantità di tempo che il giocatore alla risposta concede al giocatore al servizio per colpire il suo secondo colpo.

Ci si aspetta che i giocatori in grado di esercitare più pressione con la risposta al servizio aggrediscano più velocemente la pallina e imprimano più forza al loro colpo, con i piedi all’interno del campo.

Qui, voglio portare l’attenzione su una parte di quel meccanismo, l’aggressione sulla pallina, analizzando i tempi di reazione alla risposta al servizio.

In questa analisi, il tempo di reazione rappresenta i secondi attesi necessari al giocatore alla risposta per colpire il servizio dell’avversario, che viaggia a una velocità media, dal momento in cui la pallina supera la rete.

La velocità media del servizio è la stessa per ciascun giocatore/giocatrice di entrambi i circuiti, quindi i tempi di reazione sono tutti calcolati rispetto al medesimo standard, attraverso il metodo della regressione ridge.

Non sarebbe infatti corretto affermare che il giocatore alla risposta ha tempi di reazione lunghi solo perché ha dovuto rispondere a un numero maggiore di servizi lenti rispetto ad altri giocatori. Questo metodo cerca appunto di evitarlo.

Uomini

Il grafico dell’immagine 1 mostra il tempo di reazione dei giocatori, dal più breve al più lungo, basato sui dati raccolti agli Australian Open dal 2014 al 2016 (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.).

Sono stati considerati solo i giocatori con 150 o più risposte al servizio nel periodo di riferimento, in modo da assicurare una misurazione sufficientemente precisa per ciascun giocatore.

La dimensione delle bolle riflette il numero di risposte al servizio del giocatore disponibili nel campione, e a dimensione maggiore corrisponde una stima con un livello di confidenza più alto.

In cima alla classifica troviamo l’australiano Nick Kyrgios con un tempo di reazione atteso di 0.61 secondi, subito davanti a Roger Federer con 0.62 secondi, a supporto di tutti coloro che sostengono che Federer è in grado di leggere il servizio più velocemente della maggior parte dei giocatori. Anche molti dei partecipanti alle Finali di stagione 2016 hanno un tempo di reazione breve: Gael Monfils e Novak Djokovic sono nella parte alta con 0.64 secondi.

Andy Murray, che ha sconfitto Stanislas Wawrinka a Londra, lo batte anche nel tempo di reazione, con 0.64 secondi, in media, rispetto agli 0.65 secondi di Wawrinka. Con i suoi 0.70 secondi in media, Milos Raonic è da considerarsi invece in qualche modo un’eccezione rispetto ai giocatori di vertice.

IMMAGINE 1 – Tempi di reazione per il tennis maschile, Australian Open 2014-16

Donne

Nel tennis femminile, troviamo dei tempi di reazione superiori agli 0.70 secondi per più giocatrici di vertice, aspetto che si può attribuire a servizi generalmente più lenti. Tuttavia, alcune giocatrici hanno tempi di reazione così brevi da essere competitivi rispetto a quelli maschili. In cima alla classifica troviamo Venus Williams, con un tempo di reazione lampo di 0.67 secondi. Serena Williams non è tanto più indietro, con 0.69 secondi, appena sotto a giocatrici come Ana Ivanovic, Eugenie Bouchard e Garbine Muguruza.

Nella zona dei tempi di reazione più lunghi troviamo giocatrici dallo stile più difensivo come Caroline Wozniaki, con un tempo di 0.76 secondi, e Sara Errani, con 0.8 secondi. Sono rimasta sorpresa nel vedere in questo gruppo anche Madison Keys e Simona Halep, con 0.78 secondi o sopra nel tempo di reazione, perché il loro gioco mi sembra più aggressivo alla risposta di quanto questi numeri indichino.

IMMAGINE 2 – Tempi di reazione per il tennis femminile, Australian Open 2014-16

Una possibile spiegazione sta nel fatto che, sebbene alcune giocatrici con tempi più lunghi colpiscano la pallina con maggiore violenza, perdono più tempo in quanto sono posizionate lontano dalla riga di fondo. Sono necessari però ulteriori approfondimenti per vedere se questa è una valida conclusione. ◼︎

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