Pubblicato il 29 novembre 2016 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Secondo la saggezza popolare tennistica, nella Coppa Davis esiste da sempre il fattore campo. È un’affermazione ragionevole: quasi in tutti gli sport, il vantaggio di giocare in casa è ben documentato e la Coppa Davis ci regala quello che sembra essere nel tennis il fattore campo più favorevole in assoluto.
Tuttavia, quest’anno l’Argentina ha vinto nonostante abbia giocato le sue quattro sfide fuori casa. Dopo il primo turno dell’edizione 2016, solo una squadra delle sette ospitanti è riuscita a vincere in casa. In un suo recente tweet, Bob Bryan sostiene che in una partita casalinga ci siano più distrazioni e sia più facile concentrarsi fuori casa.
Ci si chiede quindi: i giocatori si esprimono al meglio di fronte a un pubblico di casa entusiasta e su una superficie a loro favorevole o sono soggetti alle distrazioni di cui parla Bryan?
Per rispondere, ho analizzato tutte le 322 sfide di Coppa Davis tra World Group e World Group play-off giocati dal 2003. Di queste, la squadra che giocava in casa ne ha vinte 196, cioè il 60.9% delle volte. Fin qui, la saggezza popolare tennistica è corretta.
Serve però approfondire
Per capire se la squadra ospitante era in effetti più forte, vale a dire che avrebbe vinto comunque a prescindere dalla sede, ho utilizzato le valutazioni Elo al singolare e per il doppio per fare delle simulazioni di ciascuna partita di quelle sfide (nei casi in cui il risultato finale era già deciso prima della quarta o della quinta partita, le simulazioni hanno riguardato i migliori giocatori a disposizione per giocare quelle partite se fossero state necessarie per il risultato finale). Sulla base delle simulazioni, la squadra “ospitante” avrebbe dovuto vincere 171 sfide su 322, cioè il 53.1%.
Le prove a favore del fattore campo e contro la teoria delle “distrazioni” di Bryan sono sostanziali: le squadre di casa hanno vinto le sfide di World Group il 15% più spesso di quanto atteso. In parte, questo è dovuto probabilmente alla capacità di scegliere la superficie più favorevole per i propri giocatori.
Dubito però che la superficie sia interamente responsabile del 15% addizionale, perché alcuni tipi di campi (come ad esempio il cemento di media velocità nella finale in Croazia) non favoriscono apertamente una o l’altra squadra, e alcune sfide sono a senso unico a prescindere dalla superficie. Valutare attentamente la superficie per stabilirne il contributo in termini di fattore campo è sicuramente un’analisi interessante, ma mi limito a quanto detto ai fini di questo articolo.
Se le distrazioni sono un pericolo per la squadra ospitante, dovremmo attenderci che il fattore campo sia meno importante nei turni finali della competizione. Molti turni iniziali sono di poco conto rispetto a semifinali e finali (d’altro canto, i più di cento giornalisti argentini presenti in Croazia rendono l’effetto complessivo meno lineare).
La tabella mostra come alcune squadre abbiano giocato in ogni sfida:
Turno Sfide Vittoria interna % Vittorie/Attese Primo Turno 112 58.9% 1.11 Quarti di finale 56 60.7% 1.16 Semifinale 28 82.1% 1.30 Finale 14 57.1% 1.14 Play-off 112 58.9% 1.14
Il fattore campo è abbastanza costante da un turno all’altro
Se si esclude un’incongruenza a livello di semifinale, il fattore campo è abbastanza costante da un turno all’altro. La colonna “Vittorie/Attese” mostra quanto meglio abbiano fatto le squadre ospitanti delle previsioni emerse dalle mie simulazioni; ad esempio, nei primi turni, le squadre di casa hanno vinto l’11% di volte in più di quanto atteso.
Inoltre, non c’è una differenza significativa tra il fattore campo nella prima giornata rispetto alla terza giornata. In singolare, la squadra ospitante vince il 15% di partite nella prima giornata in più di quanto atteso e il 15% in più nella terza giornata.
I risultati della terza giornata sono intriganti: la squadra di casa vince la quarta partita il 12% in più di quanto atteso, ma vince la quinta partita un incredibile 23% in più di quanto farebbe in una sede neutra. Tuttavia, solo 91 delle 322 sfide considerate sono andate alla quinta partita valida per il passaggio del turno, quindi una percentuale così alta di fattore campo nella partita decisiva potrebbe essere solamente una deviazione anomala.
Le partite di doppio hanno minore probabilità di essere influenzate dalla sede. Rispetto al 15% di vantaggio dei giocatori di singolare nel World Group, la coppia di doppio della squadra ospitante vince solo il 6% più spesso di quanto atteso. Questo dato solleva nuovamente il problema della superficie: non solo il risultato dei doppi è influenzato in misura minore dalla velocità del campo rispetto al singolo, ma è meno probabile che le squadre casalinghe scelgano la superficie preferita dai giocatori di doppio, soprattutto se la preferenza è in contrasto con quella dei singolaristi.
L’Argentina in trasferta
Rispetto al fatto che non abbia mai giocato in casa o scelto la superficie, l’Argentina ha sovvertito i pronostici in tutte le quattro sfide giocate per vincere la Coppa Davis. Naturalmente, il fattore campo contribuisce fino a un certo punto, altrettanto utile è avere una buona squadra. Le mie simulazioni davano l’Argentina favorita nel primo turno contro la Polonia in una sede neutra circa 4 volte su 5, mentre le probabilità di battere la squadra italiana in Italia erano più contenute e pari al 59%.
Negli ultimi due turni però l’Argentina ha dovuto affrontare un percorso in salita. La sede della semifinale a Glasgow non ha fatto troppa differenza: la prospettiva di affrontare i fratelli Murray dava all’Argentina meno del 10% di probabilità di raggiungere la finale, a prescindere dalla sede. Come ho scritto in un precedente articolo, la Croazia era giustamente favorita in finale e giocare un altro turno fuori casa semplicemente rendeva la sfida ancora più dura per l’Argentina.
Probabilità di vincere minori dell’1%
Una volta che aggiustiamo le mie simulazioni per ogni sfida tenendo conto del fattore campo, troviamo che le probabilità dell’Argentina di vincere la Coppa Davis quest’anno erano meno dell’1%, cioè a malapena una su duecento. La tabella mostra le ultime 14 squadre vincitrici, il numero di sfide giocate in casa e le loro probabilità di vittoria finale nelle mie simulazioni, a seconda delle squadre affrontate e dei giocatori che hanno poi effettivamente giocato ciascuna sfida:
Anno Vincitore Sfide in casa Prob. Vittoria 2016 Argentina 0 0.5% 2015 Regno Unito 3 18.9% 2014 Svizzera 2 54.7% 2013 Rep. Ceca 1 10.5% 2012 Rep. Ceca 3 19.7% 2011 Spagna 2 12.2% 2010 Serbia 3 17.6% 2009 Spagna 4 44.0% 2008 Spagna 1 14.3% 2007 Stati Uniti 2 24.4% 2006 Russia 2 1.7% 2005 Croazia 2 7.4% 2004 Spagna 3 23.8% 2003 Australia 3 15.9%
Nel periodo preso in considerazione, solo la Russia nel 2006 è riuscita a mettere insieme una serie di vittorie a sorpresa simili a quelle dell’Argentina nel 2016 (non possiedo ancora dati affidabili sul doppio per un’analisi di edizioni precedenti della Coppa Davis). Per contro, le simulazioni enfatizzano il percorso abbastanza tranquillo della Svizzera nel tabellone del 2014. Insieme a Roger Federer, un sorteggio facile è senza dubbio una spinta aggiuntiva.
È stata dura per l’Argentina e la sfortuna della trasferta in ogni turno ha reso l’impresa ancora più ardua. Senza un secondo singolarista di peso o una coppia di specialisti capaci di affrontare i più forti, il percorso non diventa certamente più facile. Ma, almeno, nel 2017 cominceranno la difesa del titolo contro l’Italia con un alleato inaspettato, la possibilità di giocare un turno in casa. ◼︎
How Argentina’s Road Warriors Defied the Davis Cup Home-Court Odds