Pubblicato il 25 gennaio 2016 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Recentemente, il mondo del tennis è stato travolto da pesanti congetture relative a partite truccate nel professionismo maschile. Ci sono molti segnali del fatto che i giocatori trucchino i loro incontri e un’evidenza altrettanto preoccupante di un atteggiamento di inazione da parte degli organi di governo del tennis.
Dalle interviste con persone a conoscenza dei fatti, sono emersi alcuni numeri: un giocatore potrebbe ricevere 50.000 o 60.000 dollari per truccare una partita. A quanto risulta anche a Novak Djokovic è stato chiesto (indirettamente) anni fa di perdere una partita intenzionalmente in cambio di 200.000 dollari.
Somme importanti rispetto alle attese di guadagno
Per coloro che hanno familiarità con le dinamiche economiche del tennis, si tratta di somme importanti se paragonate a quanto molti giocatori si aspettano di guadagnare sul circuito. In molti degli ATP 250, solo il vincitore porta a casa più di 50.000 dollari. Anche nei più ricchi tornei Master 1000, un giocatore deve raggiungere i quarti di finale per guadagnare quelle cifre.
La maggior parte dei giocatori i cui nomi sono associati ad accuse di partite truccate raramente ottiene risultati così significativi. Invece, sono giocatori che si trovano più spesso nei primi turni di un ATP 250 con la possibilità di guadagnare 3000 o 4000 dollari. Pur dando il massimo sul campo, quasi mai sono considerati favoriti e quindi possono fare affidamento solo sul 50% di possibilità di vincere il premio del secondo turno in partite che giocano legalmente.
Chi trucca le partite è ben al corrente del costo
È ovvio che la grande maggioranza di partite ATP vale molto meno per i giocatori – in termini di premi partita – di quanto non sia per chi cerca di truccare le partite. Se si tiene fede ai comunicati stampa, chi compra le partite offre denaro a un numero decisamente superiore di giocatori rispetto a quelli che poi lo accettano. È da credere quindi che chi trucchi le partite abbia una ragionevole idea del costo necessario a questa pratica illegale.
Se si riesce a isolare il valore di una partita non truccata, è possibile farsi un’idea del tipo di fattore moltiplicativo che chi trucca le partite deve pagare. Naturalmente, il multiplo non sarà il medesimo per ogni giocatore o in qualsiasi circostanza, ma aiuterà a fare un po’ di chiarezza sulla situazione.
Il valore atteso per ogni partita
Ho cercato di quantificare il premio partita di ogni incontro del 2015 dei tornei ATP e ATP Challenger per entrambi i giocatori. Utilizzando la stessa metodologia generale dei miei pronostici per i tornei, ho calcolato la probabilità per ogni giocatore di raggiungere il turno successivo e così tutti i turni a seguire. Mettendo insieme queste probabilità con il premio partita aggiuntivo che ciascun giocatore riceve superando ogni turno successivo, si ottiene un “valore atteso” per ogni partita. Questa rappresenta la migliore stima dell’ammontare a cui un giocatore rinuncia scegliendo di truccare una partita.
Facciamo un esempio con la partecipazione di Fernando Verdasco al torneo ATP 250 di Metz dello scorso anno. Al primo turno, il mio modello assegnava a Verdasco il 53% di probabilità di battere Alexander Zverev. Considerando l’intero tabellone, il modello calcolava le probabilità di Verdasco per ogni turno fino al 2.9% di probabilità di vincere il torneo. Facendo i conti, il valore atteso per la partita con Zverev era di 3855 dollari – per coincidenza il valore atteso più basso di tutte le sue partite del 2015.
Una volta raggiunto il secondo turno e garantitosi il relativo premio partita, Verdasco aveva il 54% di probabilità di vincere contro Gilles Muller, e un valore atteso di 6239 dollari per giocare quella partita legalmente. Complessivamente, la mediana del valore atteso di una partita di Verdasco nella stagione 2015 era di circa 9500 dollari, e il valore atteso più alto di tutte le sue partite – il primo turno agli US Open – era appena sopra i 45.000 dollari.
Un valore ancora più basso per determinati sottoinsiemi di partite
Si scopre poi che la mediana di 9500 dollari appena calcolata è molto simile alla mediana di tutte le partite del circuito ATP, pari a 9667 dollari. In altre parole, ben più della metà delle partite ATP del 2015 aveva un valore atteso sotto ai 10.000 dollari, cioè il 20% di quanto chi trucca le partite è apparentemente disposto a pagare.
Il valore per non truccare una partita è anche più basso per diversi sottoinsiemi molto rappresentati di partite del circuito. La mediana del valore atteso di una partita del primo turno, compresi i primi turni degli Slam dai premi molto più alti, è solo di 6200 dollari. La mediana del valore atteso di un primo turno agli ATP 250 o 500 è di appena 4200 dollari.
Consideriamo il caso di Andrey Golubev, il cui nome in passato è stato legato a partite truccate e tra i giocatori che la recente inchiesta del sito Buzzfeed ha segnalato come sospetti. La mediana del valore atteso delle sue 13 partite del 2015 era di 3450 dollari; tutte, eccetto tre, erano sotto ai 5100 dollari.
Cosa succede nei tornei di livello inferiore
Ho parlato fin qui delle partite del circuito ATP, quello principale sul quale i giocatori possono guadagnare cifre che assicurino un’indipendenza economica duratura. Molte delle accuse di partite truccate riguardano i tornei Challenger o i tornei inferiori, per alcuni dei quali il montepremi è la stessa somma che prenderà lo sconfitto al primo turno degli Australian Open 2016 in corso di svolgimento.
Golubev ha giocato gran parte della stagione scorsa sul circuito dei Challenger, quindi possiamo verificare la sua convenienza a giocare legalmente nei tornei di livello inferiore. In 21 partite, la mediana del valore atteso dei suoi premi partita era di ben…692 dollari e 15 delle 21 partite avevano un valore atteso sotto i 1000 dollari.
Prendiamo un altro esempio in Denys Molchanov, anche lui additato come sospetto. In 27 partite di tornei Challenger nel 2015, la mediana del valore atteso dei suoi premi partita era di 612 dollari, 23 delle 27 partite avevano valori attesi sotto i 1000 dollari e nessuna partita da lui giocata valeva, secondo questo tipo di misurazione, più di 1200 dollari.
Complessivamente, la mediana del valore atteso di una partita di Challenger della scorsa stagione era di 514 dollari e quasi l’80% delle partite aveva un valore atteso dei premi partita inferiore ai 1000 dollari. Il volume di scommesse sulle partite dei tornei Challenger è generalmente più basso, quindi è inferiore anche il costo per truccare queste partite, ma la differenza tra premi partita (tra circuito principale e tornei Challenger) è almeno altrettanto significativa.
Un’idea di massima
Senza conoscere altri dettagli su quanto i giocatori abbiano ricevuto per truccare le partite, e tenendo in considerazione la possibilità che alcune volte possano essere infortunati e quindi avere una minore probabilità di vittoria anche quando poi effettivamente vincono, non saremo mai in grado di stabilire una relazione precisa tra il valore atteso dei premi partita e i costi per truccare una partita. A fronte di questo però con l’evidenza a disposizione e con la mia analisi si può ricavare un’idea di massima.
Se 50.000 dollari sono la somma tipica necessaria a truccare un’anonima partita ATP di primo o secondo turno, si parla probabilmente di 10 volte il valore atteso di quella partita per il giocatore che decide di accettare. Meno chiaro è se i 45.000 dollari in più devono essere considerati un fattore moltiplicativo 10 del valore atteso o una sorta di compenso a copertura di circostanze esose quali una lunga squalifica o una squalifica a vita del giocatore o condanne legali, per quanto questi eventi abbiano una minima probabilità di accadere.
Inoltre, il valore atteso di una partita va oltre il suo premio partita. Con la vittoria, un giocatore ottiene punti per la classifica, i quali possono consentirgli poi di accedere a eventi di maggiore livello (e con montepremi più alti) o garantirgli la testa di serie in tornei a cui è già iscritto. È molto difficile assegnare un valore economico ai punti validi per la classifica, soprattutto perché sono non-lineari: i 50 punti che consentono un accesso diretto al tabellone principale di un torneo dello Slam hanno un valore enorme, i 50 punti che fanno salire di due posizioni in classifica dal #41 al #39 sono solitamente di rilevanza marginale.
Non è così scontato che l’aumento dei premi partita sia la soluzione
Per queste ragioni, non è possibile trovare una spiegazione esatta di come vengano stabilite le “tariffe” per truccare le partite o, ancora più importante, quali ricadute possa avere un aumento dei montepremi sulle tariffe stesse. Da anni, in molti sostengono la necessità di alzare i premi partita per i primi turni dei tornei del circuito maggiore o per le partite dei circuiti minori, ed episodi in cui si sospetta che un giocatore abbia truccato una partita forniscono materiale che alimenta la ragionevolezza di questa posizione.
È tutt’altro che scontato però che, visti questi numeri, aumentare i premi partita sia una soluzione definitiva al problema.
Ipotizziamo una mossa radicale come raddoppiare i premi partita in tutti i tornei Challenger. Vorrebbe dire investire 8 milioni di dollari a stagione, rendendo il tennis sicuramente più appetibile per i molti di quei giocatori che non ricevono adeguato supporto dalle rispettive federazioni. Ma questo servirebbe a mettere un freno alle partite truccate?
Semplicemente raddoppiando i numeri dei precedenti esempi si trova che quasi la metà di tutte le partite Challenger avrebbe comunque un valore di 1000 dollari o meno, con quasi l’80% sotto i 2000 dollari. Se alcuni giocatori truccassero partite per un ammontare dieci volte superiore il valore atteso dei premi partita, vorrebbe dire che rimangono migliaia di partite che si possono truccare per 10.000 dollari. È possibile che un aumento dei montepremi complessivi avrebbe un effetto deterrente su alcuni giocatori per ragioni di ordine etico, ma da un punto di vista finanziario un intervento così costoso molto probabilmente non riuscirebbe a eliminare le partite truccate.
Rendere più efficaci sorveglianza e applicazione delle regole
Secondo recenti report, gli organi di governo del tennis stanno facendo ben poco per fermare la pratica delle partite truccate. Allocare gli stessi 8 milioni di dollari alla Tennis Integrity Unit, l’entità preposta a preservare l’integrità del gioco, per aumentarne dimensione e poteri (nell’ipotesi che i soldi siano effettivamente poi destinati a risolvere il problema) avrebbe probabilmente un effetto molto più dirompente dell’aumento dei montepremi.
Se si rendono più efficaci la sorveglianza e l’applicazione delle regole, diventa molto più grande il rischio a cui si sottopone un giocatore ogni qualvolta accetti di truccare una partita. E a un aumento del rischio corrisponde necessariamente un multiplo più alto da pagare (o una tariffa più alta per un più alto “rischio squalifica”) per qualsiasi partita, non solo quelle con premi partita più alti. Questo non eliminerebbe tutti i giocatori corrotti dal tennis, e non risolverebbe problemi di natura non finanziaria come le minacce alle famiglie dei giocatori, ma renderebbe molto più costoso truccare partite.
Confrontando il costo di una partita truccata con il valore atteso dei premi partita che ho calcolato, si intuisce subito che i giocatori che truccano le partite – comunque una minoranza – chiedano un premio molto alto dovuto al timore di essere scoperti. Se così non fosse, non sarebbero nemmeno disposti a farlo. Il problema quindi non si risolve con un qualsiasi incremento dei premi partita, ma può certamente essere arginato aumentando il prezzo che chi trucca le partite deve pagare.
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