Pubblicato il 14 ottobre 2015 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Con la loro alternanza di servizi e di cambi di campo, i tiebreak sono così equilibrati da dare l’impressione di essere la modalità più giusta per concludere un set. Per quanto ne sappia, non c’è un orientamento di saggezza popolare tennistica diffuso che assegni una qualsiasi forma di vantaggio al giocatore che serve per primo (o per secondo) nel tiebreak.
Una verifica su più di 5200 partite
Facciamo una verifica. In un campione di più di 5200 tiebreak nel circuito maggiore dell’ATP, chi serve per primo ha poi vinto il tiebreak il 50.8% delle volte. Utilizzando il numero dei punti al servizio vinti da ciascun giocatore in una partita per determinare la probabilità che chi serve per primo nel tiebreak vinca poi il set, si ottiene che quel giocatore avrebbe dovuto vincere solo il 48.8% delle volte.
Due punti percentuali sono una differenza minima, ma in questo caso di grande importanza. E si mantiene tale in tutto il triennio (2013-15) maggiormente rappresentato nel campione, non subendo variazioni in funzione del set. Anche se possono esserci parzialità nei risultati dei tiebreak nel primo set, visto che i giocatori con un servizio migliore spesso scelgono di servire per primi e viceversa i giocatori con un servizio meno efficace di iniziare in risposta, in ogni set chi serve per primo è favorito, e servire per primo ha un impatto maggiore nel terzo set che nel set iniziale.
Però questo effetto, almeno nella sua portata, è confinato ai risultati del circuito maggiore maschile. Un’analisi di 2500 recenti tiebreak nelle partite WTA evidenzia che la giocatrice che serve per prima ha vinto il 49.7% dei tiebreak, rispetto al 49.4% delle attese. Le partite del circuito minore femminile ITF e dei Future maschili restituiscono risultati simili. Lo stesso algoritmo su 6200 tiebreak dei tornei Challenger aggiunge confusione al tema: in questo caso, il giocatore che serve per primo ha vinto il 48.1% dei tiebreak, mentre avrebbe dovuto vincerne il 48.7%.
Scoperte fortuite
Un scoperta fortuita di quest’analisi arriva dal fatto che, per entrambi i generi e a diversi livelli, chi serve per primo nel tiebreak è, in media, il giocatore più debole. A prima vista, questo può sembrare irrealistico, perché si considera il tiebreak come game decisivo quando i due giocatori stanno esprimendo la stessa efficacia di gioco. E siccome l’effetto persiste per il secondo e il terzo set come nel primo, questo risultato non è influenzato da quale giocatore sceglie di servire per primo.
Questo risultato può essere però in parte spiegato da un’altra scoperta accidentale di una mia recente ricerca. Nel tentativo di stabilire se sia particolarmente difficile chiudere il set al servizio, ho calcolato le probabilità di tenere il servizio in ogni turno del set, rispetto alla frequenza con cui i giocatori avrebbero dovuto tenere il servizio. In molti game in cui il giocatore ha tenuto il servizio, compresi quelli con in gioco il set, non ci sono grandi differenze tra la frequenza con cui il servizio è stato effettivamente tenuto e la frequenza attesa per la medesima occorrenza.
Ho trovato invece alcuni effetti che sono in questo caso rilevanti. In generale, è più difficile tenere il servizio servendo per secondi, in punteggi come 3-4, 4-5 e 5-6, che servendo per primi, in punteggi come 3-3, 4-4 e 5-5. Ad esempio, nelle partite ATP analizzate, un giocatore tiene il servizio sul 4-4 esattamente con la stessa frequenza cui ci si attende che lo faccia in funzione dei punti vinti al servizio durante la partita. Ma sul 4-5, le prestazioni scendono all’1.4% sotto le attese. Nelle partite WTA analizzate, mentre le giocatrici hanno prestazioni peggiori sul 5-5 dell’1.4%, fanno molto peggio sul 5-6, vincendo il 5.2% in meno di quanto dovrebbero.
La ricerca però non è finita!
In altre parole, a parità di livello di gioco, se due giocatori tengono il servizio per diversi dei primi game del set, chi serve per secondo è anche quello che più probabilmente subisce il break e perde il set. Ma, se nessun giocatore perde il servizio (o se il numero di break per parte è uguale), chi serve per secondo è probabile che sia leggermente più bravo.
Questo spiega perché, almeno in parte, il secondo a servire è sulla carta favorito all’inizio del tiebreak. Quello che non tiene in considerazione però è che, per le partite del circuito ATP, i giocatori che servono per primi neutralizzano questo svantaggio vincendo più della metà dei tiebreak. Su questo, non ho ancora trovato una valida risposta. ◼︎