Pubblicato l’8 luglio 2012 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati
// Le wild card Jonathan Marray e Frederick Nielsen hanno vinto il torneo di doppio maschile di Wimbledon 2012. Nessuno se lo aspettava, negli anni recenti il doppio maschile è stato dominato da un ristretto numero di specialisti. Quando una coppia fuori dalle prime 10 vince un evento, spesso è per merito del fatto che uno o entrambi i giocatori sono molto forti come singolaristi. Questo non è certamente il caso di Marray e Nielsen, che sono lontani dalle prime posizioni in entrambe le classifiche.
Come ci sono riusciti?
Hanno giocato un ottimo tennis naturalmente, vincendo punti importanti su punti importanti contro alcune delle coppie più forti (hanno giocato tre partite al quinto set durante il torneo, ma i fratelli Bryan sono riusciti a portarli solo al quarto!). Al di là di questo, ci sono elementi strutturali che hanno reso possibile l’impresa: il doppio maschile è diventato più equilibrato negli anni, grazie a una migliore attrezzatura e un migliore allenamento. L’evento è alla portata anche degli sfavoriti, particolarmente a Wimbledon.
Impossibile fare il break
In molte partite di doppio maschile, i break sono rari come al quinto set quando serve John Isner.
Nella finale di Wimbledon 2012, il giocatore al servizio ha vinto il 73% di tutti i punti. Matematicamente, questo significa tenere il servizio il 93% delle volte, o un break ogni 14 game, meno di uno per set (in realtà ci sono stati 3 break in 53 game normali, 1 ogni 17.7 game).
Le percentuali al servizio sono ancora più impressionanti. Entrambe le coppie hanno vinto l’80% dei punti sulla prima di servizio. Nelle due semifinali, sono stati vinti più dell’80% dei punti sulla prima di servizio, con i Bryan che sono arrivati all’85%. Per avere un termine di riferimento, la percentuale di punti vinti sulla prima di servizio in carriera sull’erba da Roger Federer è del 78.6%. In altre parole, i break nelle partite di doppio sono difficili da ottenere.
Quando i break sono così pochi, i set (e per estensione le partite), possono decidersi su un numero davvero piccolo di punti. La coppia Marray/Nielsen ha giocato 27 set durante il torneo e 13 sono stati decisi al tiebreak. Di quei 13, 11 sono stati 7-4 o con un punteggio più ravvicinato. I campioni sono stati in bilico in cinque delle sei partite giocate.
Pochi punti che contano davvero
Il doppio maschile è dominato dal servizio e se la superficie accentua questa tendenza, le partite – anche quelle al meglio dei cinque set – si decidono su pochi importanti punti, come detto. Nella vittoria a sorpresa al terzo turno su Aisam Qureshi e Jean Julien Rojer per 7-6(5) 7-6(4) 6-7(4) 5-7 7-5, di fatto 56 game – ogni game fino al tiebreak nei primi set e poi fino al 5-5 negli ultimi due set – non hanno avuto altro scopo che stancare gli avversari. Se solo uno o due punti avessero avuto un esito diverso nei primi due set, Qureshi/Rojer avrebbero vinto la partita al quarto e probabilmente i fratelli Bryan il torneo, come al solito.
Questo naturalmente non sminuisce in nulla il risultato ottenuto da Marray/Nielsen. Le partite del doppio giocate su campi velocissimi si sono ridotte a un confronto al meglio dei 30 punti e i due sfavoriti hanno vinto tutte e cinque le mini-partite in cui si sono ritrovati. Gli altri 250 punti sono serviti semplicemente a dimostrare che entrambe le coppie si erano meritate di giocare quella partita. E qualunque coppia che vinca il 70-75% dei punti al servizio ha una buona probabilità di meritarsi di passare il turno.
Una volta che si limita la partita a 30 punti chiave, la fortuna – e la forza mentale – giocano un ruolo maggiore. Se si sta giocando un singolo contro Novak Djokovic, si può avere una forza mentale superiore, ma se non si possiede la capacità di un giocatore da primi 10, si finisce con il perdere. Nel doppio, nervi d’acciaio sul 4-4 in un tiebreak e magari un paio di nastri fortunati o delle volée di puro riflesso possono decidere il risultato.
La più rara delle capacità
Se è certa la differenza di talento che separa i fratelli Bryan dai fratelli Ratiwatana, la coppia tailandese ha portato Robert Lindstedt e Horia Tecau al tiebreak in due dei tre set del loro primo turno. La parola “predominio (nei momenti chiave)” forse qui è eccessiva, ma sul Centrale di Wimbledon con in palio un centinaio di migliaia di sterline, i tiebreak diventano più che semplici servizi e volée. Almeno per le due settimane del torneo, le wild card Murray/Nielsen hanno dimostrato di possedere la più rara delle capacità di una coppia di doppio: sapersi giocare i punti che contano contro le coppie che contano. ◼︎